Televisione

Rai, due membri del cda chiedono di cancellare il programma di Barbareschi: “Parole gravi sulle attrici molestate”. Lui: “È una censura preventiva”

Fermare la seconda stagione di In barba a tutto, il programma di Luca Barbareschi su Rai 3: è la richiesta messa nero su bianco in una lettera alla presidente della Rai, Marinella Soldi, dai consiglieri d’amministrazione Francesca Bria (in quota Pd) e Riccardo Laganà (eletto dai dipendenti). Bria e Laganà citano l’intervista a Repubblica del 9 maggio scorso in cui l’attore e produttore (ed ex deputato di Alleanza nazionale) ha affermato che “‘le attrici che denunciano molestie cercano pubblicità“, riferendosi ad Amleta, l’associazione che contrasta la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo.

I due consiglieri definiscono “oltremodo gravi le parole del signor Barbareschi” e chiedono che, “alla luce delle policy di valorizzazione e tutela delle donne volute e sostenute con fermezza da questo Cda, nonché per evitare danni di immagine e ulteriori polemiche per il servizio pubblico, sia valutato dagli attuali vertici la cancellazione del programma in oggetto“. Suggeriscono, inoltre, che il budget previsto venga piuttosto destinato “a un programma di approfondimento sul tema della violenza sulle donne”.

“Momenti comici in Rai. Io non ho nessun contratto e quindi quella che vediamo è censura preventiva sulla base di un mio legittimo pensiero, tra l’altro assolutamente rispettoso delle donne. Il mio programma televisivo è in palinsesto anche se non è stato ancora firmato il contratto. Se questo accadesse, dovrei fare causa ai consiglieri per il danno recato all’azienda, visto che la precedente edizione del programma ha avuto ottimi risultati”, è la replica di Barbareschi.