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Def, dopo il pasticcio alla Camera c’è l’ok del Parlamento al nuovo scostamento di bilancio. FdI: “Chiediamo scusa agli italiani e a Meloni”

Dopo il pasticcio di giovedì, la nuova relazione collegata al Def (Documento di economia e finanza) che autorizza lo scostamento di bilancio è passata venerdì mattina alla Camera (con 221 favorevoli e 115 contrari) e nel pomeriggio al Senato (con 112 favorevoli e 57 contrari). Il documento era stato varato in tutta fretta la sera prima da un Consiglio dei ministri convocato d’emergenza, subito dopo che il precedente testo era stato respinto a Montecitorio, avendo mancato per sei voti la necessaria maggioranza assoluta a causa delle assenze tra i deputati del centrodestra. Nella nuova versione non cambiano le previsioni sullo scostamento per gli anni 2023 e 2024, con la richiesta rispettivamente di 3,4 e 4,5 miliardi. C’è però una frase aggiunta sulle finalità per cui verrano utilizzate le risorse (“sostenere le famiglie con figli”), su cui il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si è presentato a riferire in Commissione Bilancio.

“Noi chiediamo scusa agli italiani e alla presidente del Consiglio per quanto accaduto ieri. Le scuse le si possono sempre trovare, ma io penso, e Fratelli d’Italia pensa, che il senso di responsabilità viene prima di ogni altra cosa. Anche se non possiamo dimenticare che alcuni ruoli funzionali per rendere efficaci le votazioni, che sono stati stabiliti quando questa Camera era composta di 630 membri, sono rimasti immutati ora che sono 400, e questo vale soprattutto per i ruoli di governo. Sto riferendomi a un dato oggettivo di funzionamento”, ha detto, durante la discussione generale alla Camera, il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti. Nel suo intervento Foti ha attaccato la deputata Pd Debora Serracchiani, innescando una bagarre che ha portato alla sospensione momentanea della seduta: i deputati dem hanno abbandonato i lavori.

Giovedì l’incidente sul Def aveva acceso la rabbia della premier Giorgia Meloni, che ha appreso dell’accaduto mentre era in visita a Londra e ha ammesso che si è trattato di “una brutta figura. Un concetto ribadito in un’intervista sulla Stampa da Fabio Rampelli, esponente di punta di FdI, che presiedeva l’assemblea al momento del patatrac: “È successa una cosa grave, non c’è giustificazione, quando è necessario bisogna essere presenti in Aula: in teoria, i numeri c’erano tutti per l’approvazione. Magari sul momento non si sono resi conto“, ha detto. “Non c’è nessuna crisi politica in atto, anche se ammetto che era meglio concludere ieri. I partiti che sostengono il governo sono uniti nel voler approvare il Def”, ha rassicurato in dichiarazione di voto il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli.

“Il fatto di ieri è sicuramente un fatto grave, e anche la Lega come partito di maggioranza si prende la sua quota di responsabilità. Ma quello che è accaduto ieri è la conseguenza della furia iconoclasta che ha portato al taglio dei parlamentari, senza tagliare le commissioni e i loro membri. E chi è in missione all’estero per le commissioni non sta facendo il ponte del Primo maggio, ma sta lavorando per la comunità. Solo chi vede il Parlamento come un’alternativa alla disoccupazione o un lavoro impiegatizio può pensare che chi non è qui a schiacciare il tasto sia in vacanza”, ha detto il capo dei deputati del Carroccio Riccardo Molinari. Duro l’intervento del vicepresidente M5s Riccardo Ricciardi: “Noi ci aspettavamo che ieri, semplicemente per rispetto, la presidente Meloni andasse a chiedere scusa al Quirinale, perché è stata una pagina vergognosa”.