“Siamo stati in Tanzania, nello Zanzibar, dove sono rimasto colpito dai contrasti. Alloggi in un villaggio bellissimo ma se metti un piede fuori scopri l’Africa vera – racconta – Abbiamo visto una cittadina dove l’acqua potabile usciva da una pompa solo per tre ore giorno: c’erano i bambini in fila. Quando sono tornato la mia prospettiva era cambiata. Sentivo il privilegio di vivere nel bello e nell’arte”.
Come si vede fra decenni? “Mi piacerebbe fare qualcosa di concreto, aiutare con la beneficenza e con il volontariato”. Ora però c’è la danza. Il suo personaggio preferito è Eugene, dell’Onegin di Cranko: “Ho dovuto cercare dentro di me quel personaggio, uno che ha tutto ma è annoiato da tutto. Un disilluso che solo quando si rende conto di aver perso ogni cosa capisce”. Per riuscire a comprenderlo Agostino ha letto il romanzo di Puškin. Ma per lui, abituato a leggere di tutto, dalla letteratura ai saggi ai libri di storia, è stato l’ennesima scoperta.