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Travaglio a La7: “Schlein è antropologicamente l’essere più lontano dal vecchio Pd. Con Conte avrà meno difficoltà a trovarsi”

“La vittoria di Elly Schlein alle primarie Pd e lo sfasamento tra primo e secondo turno? Si spiega con il dislivello, che ormai è un abisso, tra gli apparati e la base, cioè tra i voti di opinione, che non sono controllati, e quelli controllati. L’establishment ovviamente tifava per Bonaccini. Ma sono almeno 10 anni che c’è una grande rivolta dei popoli contro le élite. Ogni volta che le élite indicano un candidato, la gente vota regolarmente per l’altro, a meno che non sia voto controllato”. Sono le parole pronunciate a Otto e mezzo (La7) dal direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che aggiunge: “Adesso vedo che c’è tutta una corsa della grande stampa di establishment ad avvertire Elly Schlein: ‘Guai se ti discosterai dall’agenda Letta, dall’agenda Draghi e dall’agenda atlantista‘. Ma in realtà l’hanno votata esattamente per questo. Elly Schlein è l’essere più lontano antropologicamente da tutto ciò che ha rappresentato il Pd da quando è nato”.

Travaglio osserva: “Io credo che gli elettori abbiano votato Elly Schlein perché si augurano che diventi addirittura diversa da se stessa, visto che lei per quieto vivere ha rinunciato al suo pacifismo e ha votato il decreto del governo Meloni per il riarmo. Lo scorso anno aveva invece preso delle posizioni molto più scettiche sul riarmo – continua – Ma in ogni caso penso che Schlein sia stata votata per il suo essere una novità più che una donna di sinistra, perché questo accomuna tutte le elezioni, dentro e fuori dal Pd, negli ultimi 10 anni. Si vota sempre quello che sembra garantire un cambiamento”.

Circa i rapporti futuri tra Giuseppe Conte, leader del M5s, e la neo-segretaria dem, Travaglio prevede che saranno meno difficili di quelli che intercorrevano tra lo stesso Conte ed Enrico Letta. E ne spiega le ragioni: “Intanto, Elly Schlein si è iscritta al Pd praticamente l’altro ieri e quindi non può essere accusata di nulla di tutto ciò che ha fatto il Pd. Quando Letta in campagna elettorale prometteva di abolire il Jobs Act e il Rosatellum, tutti gli rispondevano che quelle leggi erano state fatte dal Pd. Adesso a Elly Schlein non potranno dire questo ed è un grosso vantaggio”.
E chiosa: “Ricordo anche che nel 2013 con la campagna Occupy Pd Schlein cominciò a contestare il partito, quando cioè prima col golpe bianco dei 101 franchi tiratori contro Prodi e poi col secondo golpe bianco della rielezione di Napolitano, si impedì quell’intesa col M5s che Beppe Grillo aveva proposto in caso di elezione di Stefano Rodotà al Quirinale coi voti del Pd e dei 5 Stelle. Quindi, è un appuntamento mancato. Abbiamo praticamente perso 10 anni“.