Zonaeuro

In Spagna l’evasione è alta ma il governo ha un approccio diverso. Che non passa per forza dal Pos

Non è facile vedere un avventore pagare un caffè con carta di credito in un bar di Madrid. Un recente studio del Banco de España lo conferma: i due terzi delle transazioni negli esercizi commerciali sono portati a termine “en efectivo”, col contante. Chi pensava che la pandemia desse una spallata definitiva al cash sbagliava. Se nel periodo più duro del contagio molti vedevano lo scambio di monete e banconote come possibile fonte di diffusione del virus, con il ritorno a condizioni normali di vita ha ripreso vigore il pagamento tradizionale.

Studi economici dell’istituzione bancaria centrale hanno evidenziato che conta l’importo: in media fino ai 22 euro si preferisce il contante, oltre i 38 è diffusissimo l’uso della carta.

In Italia ogni questione, anche la più piccola, è esasperata dalla politica: un apparecchio come il Pos può avere un colore politico. In terra iberica la discussione offre meno spunti ai partiti, tuttavia nella società il dibattito è vivo. Per difendere una forma di pagamento, introdotta prima di Cristo dai greci dell’Asia minore, è nata Denaria, un “Movimiento pro efectivo” che vuole unire le voci contro le limitazioni all’uso del denaro fisico, visto come strumento di inclusione sociale, utile a proteggere libertà e privacy. Il sito web dell’organizzazione, in un post dello scorso luglio, mette in evidenza uno studio dell’ente finanziario americano Credit Karma secondo cui il 45 per cento dei giovani della generazione Z europea (nati a cavallo degli anni ’90 e gli anni duemila) preferisce il contante, percentuale che in Spagna crescerebbe fino al 60%.

Analisi più recenti dicono altro, i giovani si stanno avvicinando a grandi passi al pagamento con lo smartphone “sempre più frequentemente”, riferisce María Jesús Alaguero, commercialista di Valladolid, “nei discorsi giovanili si sente dire te hago un bizum, un pagamento con l’app più in voga”. Un’applicazione spagnola, veloce e con costi risicati, che in pochi mesi ha contribuito a raggiungere la non trascurabile percentuale del 4% nelle transazioni concluse con telefono mobile nelle attività commerciali e un ragguardevole 13% nei rapporti tra persone fisiche.

Il rapporto “Study on the payment attitudes of consumers in the euro area” (SPACE) della Bce ha sottolineato come la tendenza all’uso del Pos si sta stabilizzando in area Euro intorno al 40 per cento, anche se si registra una naturale flessione rispetto al dominio dell’e-commerce nei due anni di restrizioni.

L’utilizzo anche diffuso del contante certo non favorisce la lotta all’elusione fiscale, i dati che offrono un quadro del fenomeno sono impietosi verso il nostro paese, posizionato al vertice degli Stati con il tasso più alto di evasione dell’Iva. Un podio poco invidiabile rispetto al quale non è distante la nazione retta dal socialista Pedro Sánchez, al sesto posto della particolare classifica. Tuttavia la Moncloa, sede del governo di Madrid, ha mostrato un approccio diverso dall’esecutivo Meloni nella battaglia contro l’evasione. “La Spagna socialista ha adottato per legge una misura drastica: mai più condoni fiscali. Ma resisterà al prossimo cambio di governo?”, si chiede tagliente María Jesús Alaguero.