Calcio

Inchiesta Juve, e il dirigente disse: “Fermiamo questa emorragia”. Il caso Spinazzola e l’operazione Barcellona

L'INTERCETTAZIONE - "Hai attivato una modalità lecita ma l'hai spinta troppo, perché poi hai creato ... " [ ... omissis ... ] "Hai fatto un fuori giri! È una coda lunghissima ... e che ti ha portato a fare delle operazioni ... che altrimenti in un contesto di normalità non puoi fare ... Spinazzola-Pellegrini non puoi farlo!..."

“Il problema è che noi oggi lavoriamo su un pregresso troppo pesante che … ” [ … omissis … ] “Sarebbe … io credo che negli ultimi anni…ma io, è stato il mio oggetto di discussione con Fabio (Paratici, ndr) tante volte, perché io dicevo … è vero che oggi faremo (incomprensibile) meno 40 ma così facendo io so già che andiamo dal Presidente, diciamo che (incomprensibile) non si può fa. Fermiamo questa emorragia … cioè, hai attivato una modalità lecita ma l’hai spinta troppo, perché poi hai creato … ” [ … omissis … ] “Hai fatto un fuori giri! È una coda lunghissima … e che ti ha portato a fare delle operazioni … che altrimenti in un contesto di normalità non puoi fare … SPINAZZOLA-PELLEGRINI non puoi farlo!… “Perché quando mi dicono PELLEGRINI… “quanto guadagna PELLEGRINI?”, “2 milioni e 2”, “ma siete scemi?”, questo … “ma siete scemi?“. Noi l’operazione SPINAZZOLA – PELLEGRINI…diamo SPINAZZOLA che ha 800mila euro di contratto, prendiamo PELLEGRINI a 2 milioni e 2, con un delta di 7 milioni a favore nostro che ce lo siamo rimangiato di incentivi all’esodo in due anni“. È esemplare l’intercettazione del 22 luglio 2021 in cui Federico Cherubini (non indagato), il dirigente subentrato a Paratici nel maggio del 2021, descrive una delle tantissime operazioni che permettevano alla società bianconera di mettere a bilancio le ormai famose plusvalenze ovvero l’aumento del valore, in questi casi, di giocatori “venduti” a un prezzo maggiore rispetto al valore registrato in quel momento a bilancio fruttando di conseguenza un guadagno contabile. Ma come sostiene la procura di Torino, che ha chiesto il rinvio a giudizio di dirigenti bianconeri e del presidente Andrea Agnelli, in realtà era scambi alla pari e in alcuni casi i giocatori da scambiare erano ancora da decidere.

L’intercettazione fa riferimento alla cessione dei diritti di Leonardo Spinazzola, terzino della Roma e della nazionale, e l’acquisto dei diritti di Luca Pellegrini, difensore classe 1999, attualmente all’Eintracht Francoforte. La cessione alla Roma avviene per 29 milioni e mezzo e consentì alla Juve di iscrivere nel bilancio d’esercizio al 30 giugno 2019 la plusvalenza. Operazione è avvenuta contestualmente all’acquisto, dalla stessa Roma e lo stesso giorno, di Pellegrini per 22 milioni. “Dal Database ‘Cessioni SG’- scrivono gli inquirenti – emerge che l’operazione è stata contrassegnata come scambio. Quanto alle modalità di regolazione dei pagamenti, per quanto di interesse, trattandosi di rapporti tra club italiani, i rapporti di debito/ credito, fino a concorrenza degli importi, sono compensati “di diritto” attraverso la “stanza di compensazione” della Lega. Convocato come testimone Cherubini ha dichiarato agli inquirenti che quando aveva parlato di una “modalità lecita spinta troppo” che avrebbe provocato un “fuori giri” alla macchina Juventus riferendosi a Paratici aveva fatto un riferimento solo all’aspetto tecnico, perché “Fabio era convinto che Spinazzola si infortunasse“. Sono tante le operazioni individuate dagli uomini della Guardia di Finanza di Torino. Tra le tante la cessione dei diritti di Stefano Sturaro e l’acquisto dei diritti di Luca Zanimacchia, la cessione dei diritti di Erik Mattias Andersson e l’acquisto dei diritti di Yannik Cotter. In questo caso viene previsto “anche l’acquisto quello di un calciatore “X” per 2, a testimonianza del fatto che il valore della compravendita doveva corrispondere a complessivi 4,7 milioni”. Solo scambi a costo zero senza nessuna reale entrate per le casse della società secondo gli inquirenti torinesi.

Una delle operazioni di maggior rilievo è quella del 29 giugno 2020, per il passaggio di Miralem Pjanic al Barcellona e il trasferimento di Arthur alla Juventus. I bianconeri iscrivono a bilancio una plusvalenza di 43,7 milioni di euro, cedendo il centrocampista per un valore di 60 milioni. Allo stesso tempo acquistano il brasiliano per un valore di 72 milioni, di cui solo 12 milioni come “esborso in denaro”. Le due squadre, tante volte avversarie sui campi europei, devono trovare però un accordo. In appunto scritto a mano ancora da Cherubini, emerge “la totale mutevolezza […] dei valori in discorso dei calciatori […] essendo riportato “Arthur (80)” e “Pjanic (50)””. Vengono anche vagliate altre contropartite nella seconda ipotesi: De Sciglio (valutato 25 milioni), Douglas Costa (50-60 milioni), Rabiot (50-60 milioni), Bernardeschi (50 milioni) o Rugani (40 milioni), da inserire in possibili scambi con Dembelé (valutato 60-70 milioni, considerato “rischioso”), Ansu Fati (40-50 milioni, ma per l’atleta della squadra catalana c’era da “valutare se può restare nel gruppo dei 4 esterni offensivi, oppure prestito secco per un anno”), Todibo (20 milioni), Kouruma (10-15 milioni), Araujo (10-12 milioni) o Baldé (5 milioni).

C’è poi l’idea di triangolare facendo entrare nel gioco un’altra squadra: un possibile passaggio di una delle contropartite del Barcellona al Chelsea, per Jorginho alla Juventus, altrimenti all’Atletico Madrid per far approdare Thomas in bianconero, oppure al Manchester United per chiudere un cerchio e riportare Pogba a Torino, operazione che si sarebbe chiusa un paio d’anni dopo col francese rientrato in Italia a parametro zero. Alla fine, però, i dirigenti juventini trovano l’intesa con i catalani per portare a definizione lo scambio diretto tra Pjanic e Arthur generando una plusvalenza che, secondo la Procura, “presenta anomalie sia dal punto di vista quantitativo che temporale”. L’importo “considerato ai fini del calcolo della plusvalenza” è infatti di 63 milioni ed è “differente dal valore contrattuale di cessione, stabilito in euro 60 milioni”. L’operazione Barcellona.

Al 30 giugno 2020 però “non erano maturate le condizioni per ritenere perfezionati i trasferimenti”, poiché i club avrebbero dovuto attendere la conclusione della stagione – prorogata a causa della pandemia – per poter schierare i due calciatori. Gli inquirenti sostengono quindi che “non appare coerente, pertanto, la valorizzazione del prestito temporaneo del calciatore Pjanic per i mesi di luglio e agosto 2020 in quanto alla luce delle previsioni contrattuali era già stata definita tra le parti la permanenza nei rispettivi club di origine fino al termine della stagione senza che fosse previsto uno specifico pagamento”.

Antonio Massari e Giovanna Trinchella