Calcio

Domeniche Bestiali – La genialità di tre ragazzi in Piemonte: si scambiano i pantaloncini per ingannare l’arbitro

La rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano (e non solo). Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa

“Da quando il trasformismo è diventata un’esigenza”: cantava così Ivano Fossati in “La mia banda suona il rock”. E nonostante per il calcio dilettantistico sia molto più adatta la versione parodia di Tony TammaroMio fratello fuma a scrock”, in questo episodio di Domeniche Bestiali è calzante la versione originale. Sì, perché proprio di “trasformismo” parliamo: in alcuni casi spingendoci al travestismo, in altri nel più classico binomio di abiti e monaci.

MIMETISMO BESTIALE
Sì, bestiale naturalmente e non animale. Anche se in questo caso toccava quasi togliersi il cappello per la genialata di tre ragazzi della Beppe Viola Calcio, under 17 Piemonte. Quasi, perché alla fine il loro tentativo di imbrogliare l’arbitro scambiandosi i pantaloncini è stato scoperto. Questo un estratto del racconto del Giudice Sportivo: “G. nel tentativo di evitare il secondo cartellino giallo e l’espulsione per somma di ammonizioni, traeva in inganno l’arbitro con la complicità dei compagni di squadra: approfittando della momentanea distrazione del direttore di gara impegnato a sedare una discussione tra due calciatori si scambiava i pantaloncini con il n.19 P. in quel momento ancora in panchina, e mostrava tale numero all’arbitro che lo aveva richiamato per l’ammonizione. In questo modo all’arbitro risultavano ammoniti il n. 9 al minuto 30 del secondo tempo ed il n. 19 al minuto 37 della seconda frazione, come da referto, ed il signor G.continuava indebitamente a giocare sino alla sostituzione, avvenuta 3 minuti dopo”. Ma c’è anche un terzo complice, P2, che prendeva i pantaloncini di uno dei due di sopra. Insomma: hanno combinato un casino…ma il tentativo fa ridere. Riderà un po’ meno l’allenatore visto che sono stati squalificati tutti e tre per due giornate.

L’ABITO FA IL MONACO
Mentre sopra l’abito è il mezzo usato per trarre in inganno gli altri, in questo caso è l’elemento che tradisce l’appartenenza, come accaduto per alcuni membri del Bulè Belinzago, Promozione Piemonte, che si sono guadagnati una multa da 250 euro perché: “Alcune persone fuori dal campo e vicino alla panchina del Bulè Bellinzago, indossando abiti della società, dialogavano con la panchina e poi insultavano in vari modi la terna. Nonostante l’arbitro abbia chiesto all’allenatore di intervenire, quest’ultimo ha risposto di non essere preoccupato dell’eventuale ammenda”.

L’ABITO NON FA NEMMENO LO STEWARD
Le partite contraddistinte da forti rivalità tra tifosi sono solitamente blindate, si sa. E allora perché non ricorrere, anche in questo caso, all’ingegno e al trasformismo. Durante il match di Coppa di Bulgaria tra Spartak Pleven e Lokomotiv Sofia gli ultras dello Spartak si sono travestiti da Steward, sono usciti dallo stadio e hanno avuto ingresso agevole nel settore ospiti, scatenando una rissa in piena regola. E’ dovuta intervenire la polizia, che oltre alle difficoltà del caso ha dovuto pure capire quali fossero gli steward veri e quali quelli finti.

SCHERZI INNOCENTI
In Ungheria invece, nel campionato nazionale riserve, equivalente a una serie dilettantistica italiana, un calciatore è stato immortalato puntare una pistola contro il guardalinee a seguito di una decisione sgradita. “Era solo uno scherzo, la pistola è finta e volevo solo far ridere i bambini presenti in tribuna”. Hanno riso poco i vertici della federcalcio ungherese però, visto che l’hanno squalificato a vita.