Scuola

Rinnovato il contratto del personale scolastico, aumento mensile medio da 100 euro. La soddisfazione dei sindacati

Barbacci (Cisl scuola): "Non sono certo soddisfatte tutte le attese della categoria, ma riteniamo si stia profilando un’intesa che rappresenta un passo importante"

Duemila euro in più nel cedolino di dicembre come arretrati degli anni precedenti (oltre allo stipendio e alla tredicesima) e un aumento medio mensile immediato pari a 100 euro lordi che a regime arriverà a 120 euro. Ecco il frutto dell’accordo, sulla parte economica del contratto Istruzione e ricerca, raggiunto ieri sera tra il ministero dell’Istruzione e le organizzazioni sindacali che oggi alle 14 firmeranno all’Aran. Festeggiano i sindacati: “È stato fatto un grande lavoro, superando le difficoltà che si stavano registrando proprio sulla partita delle risorse a partire dall’utilizzo dei 300 milioni, prima dirottati sui fondi Mof (Miglioramento offerta formativa) e oggi nella piena disponibilità del personale”.

L’accordo prevede una disponibilità finanziaria pari a 100 milioni di euro, deliberata nel Consiglio dei ministri di ieri sera, da destinare alla componente fissa della retribuzione accessoria per l’anno 2022, nella misura di 85,8 milioni per i docenti e 14,2 milioni per il personale Ata. È stato inoltre assunto l’impegno a reperire ulteriori risorse finanziarie, anche nell’ambito della manovra di bilancio 2023, da destinare alla retribuzione tabellare del personale scolastico. Infine, sono destinati a decorrere dall’anno 2022 89,4 milioni di euro per gli incrementi del personale docente e 14,2 milioni di incrementi per il personale Ata. Nella pratica con l’utilizzo del 95% delle risorse disponibili saranno liquidati entro dicembre gli arretrati maturati nel corso del triennio di vigenza contrattuale e sarà corrisposta una prima tranche di aumento alle retribuzioni del personale pari a 100 euro medi, rinviando a gennaio 2023 e alle ulteriori risorse eventualmente ricavate nella Legge di bilancio un successivo passaggio a completamento della parte economica del contratto, da chiudere con almeno 124 euro di aumento medio.

Valditara, nella tarda serata di ieri, ha rivendicato l’intervento: “Diamo così un primo segnale concreto sul tema delle retribuzioni, fondamentale per rivalorizzare e restituire autorevolezza alla figura del docente. Siamo consapevoli che si tratta di un primo passo, un primo passo atteso da tanto tempo e ottenuto in un contesto peraltro difficile a causa della crisi energetica”. Secondo indiscrezioni raccolte dal sindacato il ministro si è presentato al tavolo con un mandato netto della premier Giorgia Meloni. Le organizzazioni sindacali hanno dato segnali positivi anche in vista della Legge di Bilancio: “Senza dubbio la stabilità del quadro politico seguita alla formazione del nuovo governo è un fattore oggettivo che ha favorito le condizioni per una prosecuzione del confronto fino a un possibile sbocco positivo. Non sono certo soddisfatte tutte le attese della categoria, ma riteniamo si stia profilando – spiega la segretaria della Cisl Scuola, Ivana Barbacci – un’intesa che rappresenta un passo importante nella direzione giusta. Senza trionfalismi che non avrebbero ragion d’essere, credo che sia stato fatto un buon lavoro, nell’interesse del personale della scuola e della scuola stessa”