Economia

La Banca centrale europea alza ancora i tassi di 75 punti base. Lagarde “punge” Meloni: “Facciamo quello che dobbiamo, attenti ai debiti”

È il terzo intervento dopo quello dello 0,5% dello scorso luglio e quello da 0,75 di inizio settembre e non sarà ultimo: il Consiglio direttivo ha annunciato che si aspetta di alzarli ancora per assicurare il "tempestivo ritorno dell'inflazione al suo obiettivo di medio termine del 2%" anche se le future decisioni saranno prese di volte in volta sulla base dei dati. Il ministro Giorgetti: "Confidiamo nella saggezza della Bce"

La Banca centrale europea ha nuovamente alzato i tassi d’interesse di 75 punti base (lo 0,75%), sempre con l’obiettivo dichiarato di contenere l’inflazione nei Paesi dell’Eurozona. Il tasso principale sale quindi al 2%, il tasso sui depositi all’1,5% e il tasso sui prestiti marginali al 2,25%. Il rialzo era atteso da analisti e mercati. È il terzo intervento dopo quello dello 0,5% dello scorso luglio e quello da 0,75 di inizio settembre e non sarà ultimo: il Consiglio direttivo ha annunciato che si aspetta di alzarli ancora per assicurare il “tempestivo ritorno dell’inflazione al suo obiettivo di medio termine del 2%” anche se le future decisioni saranno prese di volte in volta sulla base dei dati.

I tassi che muove la Bce sono quelle che le banche della zona euro pagano per scambiarsi tra loro riserve depositate presso la banca centrale. Questo tasso si ripercuote a cascata su tutti i tipi di finanziamenti a cominciare da prestiti e mutui, se a tasso variabile o di nuova erogazione. Secondo una simulazione del sito Facile.it, l’aumento dei tassi di interesse varato dalla Bce “potrebbe tradursi, nei prossimi mesi, in un incremento delle rate dei mutui variabili degli italiani, con rincari fino a 50 euro al mese per un finanziamento medio, e un aggravio complessivo di circa 150 euro da inizio anno”.

L’effetto del rialzo dei tassi quello è di ridurre la quantità di denaro che circola nel sistema, elemento che tende a rallentare l’incremento dei prezzi ma anche a frenare la crescita economica. Nei giorni scorsi l’approccio della Bce è stato apertamente criticato dalla presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e, più velatamente, dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla premier finlandese Sanna Marin.

“Dobbiamo fare quello che dobbiamo fare. Una banca centrale ha il mandato della stabilità dei prezzi e deve perseguirlo usando tutti i mezzi”, ha detto nella consueta conferenza stampa che segue il Consiglio direttivo la presidente della Bce, Christine Lagarde, rispondendo a una domanda sulle critiche di vari leader europei. “Ovviamente – ha proseguito Lagarde – non significa che trascuriamo il rischio di recessione. Ma ci preoccupa il fatto che i bassi redditi non sono solo vulnerabili al rischio di recessione, ma anche alla realtà dell’inflazione”. “Il rialzo dei tassi della Bce era ampiamente previsto. Probabilmente non sarà l’ultimo in questa fase, ma confidiamo nella saggezza della Bce nell’interpretare le cause della recente impennata dell’inflazione e nel tener conto del rallentamento in corso nell’economia europea”, ha scritto in una nota il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti dopo l’annuncio del rialzo.

Lagarde ha affermato che “l’inflazione rimane alta e superiore agli obiettivi della Bce (2%, ndr). Ci sarà un quarto rialzo dei tassi la cui entità sarà valutata riunione dopo riunione”. Lagarde ha spiegato che l’economia dell’area euro è “destinata ad indebolirsi ulteriormente nella parte finale dell’anno e agli inizi del 2023″ notando che il mercato del lavoro “continua ad andare bene” ma che il calo dell’attività potrebbe portare in futuro “a una maggiore disoccupazione”. “I governi devono perseguire politiche di bilancio che portino alla discesa dei debiti elevati, e le politiche strutturali devono aumentare il potenziale di crescita” ha affermato la presidente della Bce, ricordando che le misure di sostegno all’economia devono essere “mirate e temporanee”. Lagarde ha anche chiesto una “rapida attuazione delle riforme” del Pnrr e Next Generation EU.

La Bce “intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza” del quantitative easing “per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui ha iniziato a innalzare i tassi di interesse di riferimento”. Anche per gli acquisti Pepp (il piano varato per fronteggiare l’emergenza pandemica) , la banca centrale conferma che “intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024″. Il direttivo ha anche deciso di “modificare i termini e le condizioni applicati alla terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine”, le cosiddette Tltro, e i tassi di interesse applicabili alle Tltro3 a partire dal 23 novembre 2022. Alle banche saranno offerte ulteriori date per il rimborso anticipato volontario degli importi.