Ambiente & Veleni

Earthship, le case autonome dal punto di vista energetico di cui si parla ancora poco

di Alessandro Gargiulo

Le Earthship sono una tipologia di abitazione molto diffusa, completamente autonoma, che non necessita di alcuna utenza. In Italia, però, se ne parla ancora poco. Sono costruite con materiali naturali e riciclati. Gli pneumatici sono degli ottimi mattoni di riciclo. I muri tempestati di bottiglie sono un tratto distintivo di queste case.

Nel 1971 l’architetto Mike Reynolds, sull’onda del movimento ambientalista, progettò un prototipo di abitazione ecosostenibile totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico e, per quanto possibile, alimentare. Mike volle creare una sorta di “vascello” abitativo che permettesse all’uomo di sopravvivere soddisfacendo sei grandi necessità: un riparo comodo e confortevole, acqua corrente, elettricità, gestione delle acque di scarico e dei rifiuti e produzione di cibo. Tutto ciò fu pensato per ridurre al minimo il consumo di energia e l’impatto ambientale.

L’idea di base è lasciare il lato rivolto a sud interamente finestrato e coprire gli altri tre. Questo permette alle pareti e al pavimento di immagazzinare calore durante il giorno e rilasciarlo durante la notte. Non mancano pannelli fotovoltaici, batterie e cisterne filtranti per la raccolta di acqua piovana. Sono presenti anche spazi dedicati alla coltivazione di un piccolo orto domestico, per avere frutta e verdura fresca tutti i giorni.

In inverno, quando il sole è più basso, i raggi che filtrano attraverso le vetrate raggiungono la parete opposta, riscaldandola. Grazie all’impiego nella costruzione di pneumatici ricoperti di terreno è possibile godere di un ottimo isolamento termico mantenendo più o meno costante la temperatura all’interno della casa. Nei mesi estivi, invece, i raggi cadono perpendicolarmente soltanto nella zona finestrata, mentre l’aria fresca proveniente dal suolo e guidata dai condotti di ventilazione a terra produce flussi di corrente verso l’esterno.

L’energia proveniente da fonti rinnovabili come il sole e il vento viene catturata da pannelli fotovoltaici e, laddove possibile, delle pale eoliche. In un contesto urbano il solo fotovoltaico difficilmente sarebbe in grado di soddisfare l’intero fabbisogno energetico di un’abitazione, a meno che non siano presenti delle grosse installazioni. Risparmiare sul riscaldamento e il raffrescamento sicuramente gioca un ruolo importante in questo senso.

L’acqua piovana viene convogliata dal tetto in appositi sistemi che la filtrano. Per effetto della gravità l’acqua fluisce in speciali moduli che pompano e rifiltrano acqua in un serbatoio pressurizzato, rendendola disponibile per il consumo e l’utilizzo domestico.

Ogni volta che ci laviamo le mani o usiamo lo scarico produciamo acqua reflue, ovvero acque di scarto. Quelle provenienti dalla cucina o dalla lavatrice vengono chiamate “acque grigie” che generalmente contengono residui di sostanze grasse e prodotti detergenti. Le acque grigie, nelle Earthship, fluiscono in apposite cellette filtranti composte da vari substrati di ghiaia, poste esattamente sotto la zona adibita ad orto domestico. Le piante, in questo modo, si nutrono per effetto della traspirazione, assorbendo, quindi, acqua dal terreno e disperdendola nell’aria dalle foglie sotto forma di vapore. Alla fine di questo sistema di celle filtranti è presente un altro modulo che pompa l’acqua nei sistemi di scarico del bagno (o dei bagni). Successivamente le acque cosiddette “nere” vengono convogliate in un altro sistema di filtraggio e disperse all’esterno.

Le Earthship permettono uno sfruttamento estremamente efficiente delle risorse idriche, utilizzando l’acqua per ben quattro volte:
1. lavandini, docce e lavatrici;
2. nutrimento per l’orto domestico;
3. scarico del – o dei – bagni;
4. irrigazione del terreno circostante.

L’architettura di Mike, quindi, risponde a un’esigenza ben precisa, sposandosi perfettamente con uno stile di vita semplice e a basso impatto ambientale.

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