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Mario Paciolla, la procura di Roma chiede l’archiviazione dell’inchiesta sulla sua morte: “Non ci sono elementi sull’ipotesi omicidio”

Per i magistrati, l'impiccagione del cooperante napoletano 33enne, avvenuta in Colombia il 25 luglio del 2020, è stato un gesto volontario. Ma restano ancora molti punti da chiarire

Per la procura di Roma l’ipotesi più accreditata riguardo la morte di Mario Paciolla è quella del suicidio. Quello del cooperante napoletano 33enne, trovato impiccato nella sua abitazione in Colombia il 25 luglio del 2020, sarebbe stato un gesto volontario. Per questo è stata chiesta l’archiviazione del fascicolo aperto per omicidio contro ignoti dai magistrati di piazzale Clodio: le verifiche svolte in questi anni non hanno portato a elementi concreti che permettano di proseguire nell’indagine.

Quando è stato trovato senza vita nel suo appartamento, impiccato con un lenzuolo, Mario Paciolla si trovava a San Vicente del Caguàn, nel dipartimento di Caquetá, in qualità di collaboratore delle Nazioni Unite per un progetto di pacificazione interna tra governo locale e gli ex ribelli delle Farc. Anche per le autorità colombiane e le Nazioni Unite Paciolla si sarebbe tolto la vita, ma sono molti i punti della vicenda che continuano a non essere chiari. Dal rapporto della seconda autopsia fatta in Italia, infatti, emersero particolari controversi: alcune ferite riscontrate sul corpo di Paciolla potrebbero essere state inflitte quando il cooperante era in uno stato agonizzante oppure già morto.

Le persone vicine al 33enne napoletano non si sono mai convinte del fatto che possa essersi suicidato: la sua ex compagna aveva dichiarato che nei giorni precedenti alla sua morte era terrorizzato. Aveva fretta di tornare in Italia. Si sentiva spiato e tradito da alcuni colleghi delle Nazioni Unite con cui lavorava a un dossier su un bombardamento dell’esercito colombiano. Fascicolo che ha portato alle dimissioni il ministro della Giustizia. Inoltre, i genitori del cooperante hanno denunciato l’anomala procedura con cui l’appartamento del loro figlio era stato pulito dopo il ritrovamento del cadavere. La pulizia fu coordinata personalmente dal responsabile sicurezza della missione ed ex membro dell’esercito Christian Thompson. L’ex militare sarebbe entrato nell’appartamento, facendosi consegnare le chiavi dal proprietario colombiano. Infine, resta il dubbio sulla sparizione di alcuni effetti personali di Paciolla: molti elementi legati alla sua morte, quindi, rimangono ancora da chiarire.