Cinema

Nido di vipere, in sala la commedia nera coreana alla Tarantino con la premio Oscar Youn Yuh-Jung – La clip

Nonostante il Far East Festival e un Oscar a Parasite, siamo pressoché a digiuno di titoli in sala che arrivano dalla fetta di mercato mastodontica della Corea del Sud. Provano a riparare il misfatto da giovedì 15 settembre quelli di Officine Ubu

Rimescolare le carte fa bene. Nonostante il Far East Festival e un Oscar a Parasite, siamo pressoché a digiuno di titoli in sala che arrivano dalla fetta di mercato mastodontica della Corea del Sud. Provano a riparare il misfatto da giovedì 15 settembre quelli di Officine Ubu con Nido di vipere, in originale Beasts clawing at straws, diretto da Kim Yong-hoon. Sorta di commedia nera a più strati, zeppa di personaggi principali, cadenzata da una certa ridanciana furia tarantiniana e costruita attorno all’inseguimento di una valigia Louis Vuitton piena di soldi che un inserviente di una sauna ritrova casualmente in un armadietto e nasconde in magazzino. La valigia che seguiamo in dettaglio, modello bomba nel bagagliaio alla Infernale Quinlan, per un paio di minuti, nel suo tragitto verso l’armadietto è bramata da un certo codazzo di figure criminali: c’è un doganiere corrotto con un grosso debito, dovuto alla moglie scomparsa, verso un crudele e sanguinario strozzino; una sorta di maitresse d’alto bordo che sa uccidere senza pietà e che scopriamo essere la ex del doganiere; infine lo strozzino stesso stanco di attendere pagamenti che non arrivano.

Tra loro si mescolano sottotrame inquisitorie, bizzarre e laterali (il poliziotto curioso ex compagno di scuola del doganiere che fa una brutta fine, una escort picchiata dal marito che si vendica aiutata dalla maitresse), ma soprattutto la famiglia dell’inserviente composta dalla madre incattivita e prepotente per via dell’Alzheimer e la moglie che ne subisce le ire costanti. Suddiviso in sei capitoletti che invitano a seguire un particolare o un dettaglio della trama (la borsa, lo squalo, il pacchetto di sigarette), il film è riannodato a livello temporale in modo che l’intreccio tra i personaggi risulti sempre vivo e ci porti ad un finale verso cui tutti convergono. Il meccanismo ad orologeria funziona senza troppe forzature, il sangue spilla e zampilla a fiumi, i caratteri sono sufficientemente e comicamente sopra le righe in modo che – proprio alla Pulp fiction – non si attui mai del tutto un vero e proprio gancio identificativo emotivo con lo spettatore. Insomma Nido di vipere è intrattenimento di ottima fattura. Con un cast di rilievo soprattutto al femminile: Youn Yuh-Jung è la vecchietta madre dell’inserviente, Oscar come attrice non protagonista nel 2021 per Minari; Jeon Do-Yeon è la maitresse assassina, autentica barbarica e fine sorpresa del film (l’avevamo già vista con piacere in The shameless e The housemaid). Tratto da un romanzo giapponese scritto da Keisuke Sone.