Media & Regime

Liste di proscrizione sul Corriere, mi tocca dare ragione a Cacciari

Di fronte alle liste di proscrizione di presunti putiniani apparse sul Corriere della Sera occorre dare ragione a Massimo Cacciari, che ha giustamente commentato che coi mentecatti non si può ragionare. Ma, contravvenendo invece al precetto dantesco (“Non ragioniam di loro ma guarda e passa”), si deve invece riflettere attorno alla sconsiderata scelta del Corriere della Sera di pubblicare le liste in questione. Per varie ragioni.

Innanzitutto per constatare, anche qui con Cacciari, come tale scelta rientri a pieno in una sorta di esilio della ragione, le cui origini il filosofo fa risalire all’inizio della pandemia Covid e che consiste in sostanza nella trasformazione di necessari dibattiti democratici in crociate fondamentaliste contro le opinioni altrui. L’isteria filoNato viene qui fortemente alimentata da chi chiama apertamente alla caccia alle streghe. Ma, a differenza del Covid, che presentava anche altri tratti notevolmente divergenti da questo, l’opinione pubblica è maggioritariamente schierata a favore della pace e quindi contro un governo che, nonostante le chiacchiere e le attuali manfrine preelettorali di questo e di quello, è irrimediabilmente composta da servi sciocchi di Biden, disposti a tutto tranne che a dissociarsi, sia pure lievemente, da quest’ultimo. La drammatizzazione del dibattito mediante la stigmatizzazione di chi non converge passivamente in tale ruolo di zerbino dell’alleato di Oltreatlantico, serve quindi al proposito di nascondere la sostanziale inconsistenza e anzi vacuità del “pensiero atlantista ed europeista”.

La situazione è aggravata dal fatto che si presti alla manovra quello che era un tempo un giornale di un certo prestigio, anche se da sempre schierato a difesa del potere di ogni genere. E forse un motivo non secondario dell’oscena scelta del Corriere va colto anche nel disperato tentativo di richiamare su di sé la declinante attenzione del pubblico, sempre meno disposto a comprarlo o anche solo a leggerlo.

Ulteriore fattore inquietante è che la lista sarebbe stata redatta (ma autorevoli membri dello stesso hanno smentito tale circostanza) su indicazione del Copasir, organismo che in teoria dovrebbe vegliare che le attività del nostro apparato di intelligence si svolgano nel pieno rispetto della Costituzione e delle leggi, oltre che nell’esclusivo interesse del paese. Collaborando, a detta del Corriere, alla compilazione della detta lista di proscrizione, il Copasir avrebbe invece compiuto un totale rovesciamento delle proprie competenze, divenendo protagonista in prima persona di una inaudita violazione del dettato costituzionale. Questo sia perché viene colpita la libertà d’opinione (che non sembra debba sottostare al dogma dell’ossequio servile permanente alla Nato, anche se in un incredibile editoriale del 2 giugno lo stesso Corriere sembrava orientarsi verso una soluzione differente sostenendo la piena costituzionalizzazione della stessa Nato, il cui Trattato, secondo gli adoratori di Biden, verrebbe a questo punto ad assumere un valore superiore a quello del testo costituzionale), sia perché, sorprendentemente, l’obiettivo dichiarato è quello di impedire che venga influenzato il comportamento del governo, quasi che quest’ultimo possa prescindere, nell’effettuazione di scelte che riguardano direttamente la vita di ciascuno di noi, dagli orientamenti della popolazione. Occorre quindi sperare che si tratti di un’imperdonabile e maldestra bufala del Corriere.

Ma il problema è più vasto. Che il governo Draghi, intenda sottrarsi ad ogni controllo popolare e parlamentare, in genere e soprattutto sulla questione della scelta tra guerra e pace, è ormai più che evidente. In questo quadro pare di potere anzi ipotizzare che la scelta di pubblicare la lista arriva con certa tempestività nell’approssimarsi del dibattito parlamentare del 21 giugno e pare voler intimidire non tanto i presunti putiniani che vi compaiono quanto tutti coloro, e, fra di essi, la chiara maggioranza del popolo italiano e moltissimi tra deputati e senatori, intenda oggi formulare ragionevoli obiezioni alla linea statunitense della guerra ad oltranza, verso pericolose e tragiche escalation o verso la trasformazione dell’Ucraina in Afghanistan europeo.

Personalmente, come ho scritto più volte, sono un antiputiniano convinto e non solo dal 24 febbraio. Ma ciò non mi fa certo stare dalla parte della Nato, che in fatto di invasioni, crimini di guerra e simili non ha nulla da invidiare alla Russia e che oggi costituisce la principale minaccia alla pace su scala mondiale. Per tale motivo e ancora di più nel fatto che la lista di proscrizione del Corriere puzza apertamente di fascismo, da sempre associato alle tendenze belliciste, voglio pubblicamente esprimere la mia solidarietà a tutti coloro che vi compaiono.