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Porte girevoli, il Consiglio d’Europa incalza l’Italia: “Un tema centrale” e sulla corruzione: “Progressi lenti”

La riforma dell’ordinamento giudiziario approvata dalla Camera alla fine d’aprile, e che ora deve passare al vaglio del Senato, contiene una serie di limiti che vanno nel senso di quanto richiesto dall’organo del Consiglio d’Europa fin dal gennaio del 2017

Come ogni anno dal Consiglio d’Europa arrivano le segnalazioni sui punti deboli nella lotta alla corruzione in vari paesi tra cui l’Italia. L’anno scorso venivano indicati come importanti le leggi su conflitto d’interessi, l’attenzione ai rapporti politica-lobby e il codice di condotta al Senato”. Quest’anno tra le indicazioni del Greco, l’organo che si occupa di lotta alla corruzione nell’Unione europea, c’è lo stop alle porte girevoli tra magistratura e politica. Una delle richieste all’Italia ribadita in occasione della pubblicazione del rapporto annuale. L’altro dossier a cui si chiede di mettere mano è quello dell’adozione di un codice di condotta alla Camera e al Senato. Richiesta già fatta in passato.

“La questione delle porte girevoli tra magistratura e politica è un tema al centro del dibattito pubblico in Italia – ha osservato il presidente del Greco, Marin Mrcela – Secondo gli standard del Greco non è possibile che un magistrato possa essere per esempio sindaco”. E in effetti la riforma dell’ordinamento giudiziario approvata dalla Camera alla fine d’aprile, e che ora deve passare al vaglio del Senato, contiene una serie di limiti che vanno nel senso di quanto richiesto dall’organo del Consiglio d’Europa fin dal gennaio del 2017. La Camera ha votato a favore di un divieto a esercitare contemporaneamente funzioni giurisdizionali e incarichi elettivi e governativi, sia per cariche nazionali e locali, sia per gli incarichi di governo nazionali, regionali e locali. Previsto l’obbligo di collocarsi in aspettativa (senza assegni in caso di incarichi locali) per l’assunzione dell’incarico (oggi – almeno in alcuni casi – c’è cumulo di indennità con stipendio del magistrato). Si introducono divieti che impediscano il ripetersi di casi di magistrati che svolgano in contemporanea funzioni giurisdizionali e incarichi politici, anche se in altro territorio. In particolare, per le cariche elettive nazionali, regionali, province autonome di Trento e Bolzano, Parlamento Europeo, e per gli incarichi di assessore e sottosegretario regionale, si prevede che i magistrati non siano eleggibili nella regione, in cui è compreso in tutto o in parte l’ufficio giudiziario in cui hanno prestato servizio negli ultimi tre anni. Per le cariche di sindaco/consigliere/assessore comunale, non puoi candidarti se presti servizio o hai prestato servizio nei tre anni precedenti la data di accettazione della candidatura presso sedi o uffici giudiziari con competenza ricadente in tutto o in parte nel territorio della provincia in cui è compreso il comune o nelle province limitrofe.

L’altro fronte su cui il Greco si attende progressi è quello della prevenzione della corruzione tra i parlamentari. “I progressi in questo ambito sono stati lenti“, ha detto ancora Mrcela notando che questa non è comunque una particolarità italiana poiché anche altri Paesi del Consiglio d’Europa sono nella stessa situazione. Nella fattispecie il Greco si aspetta che Camera e Senato adottino in modo formale un loro codice di condotta. Nel rapporto annuale pubblicato , che si basa sull’ultima valutazione avvenuta l’anno scorso, l’Italia non aveva ancora messo in atto pienamente nessuna delle sei raccomandazioni ricevute dal Greco ormai 5 anni fa. I dati indicano che l’83,3% è stato parzialmente fatto, mentre nulla si è mosso per il 16,7% delle raccomandazioni. Percentuali che pongono comunque l’Italia al di sopra della media. A livello dei 46 Stati membri del Consiglio d’Europa la percentuale di raccomandazioni totalmente soddisfatte è infatti risultata del 35,85%, mentre quella delle indicazioni solo parzialmente messe in atto è stata pari al 42,26%. Inoltre, alla fine del 2021, tra gli Stati membri del Consiglio d’Europa solo sei avevano implementato il 100% delle raccomandazioni ricevute dal Greco sulle misure da adottare per prevenire la corruzione nei loro parlamenti: Albania, Bulgaria, Finlandia, Islanda, Norvegia e Regno Unito.