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Shireen Abu Akleh, inchiesta della Cnn incolpa i militari israeliani: “Uccisa intenzionalmente da un cecchino”. Ma Tel Aviv nega

Il rapporto, prodotto visionando 11 video da diverse prospettive, parlando con otto testimoni e con l'ausilio di un esperto balistico britannico, suggerisce che la sparatoria sia stata intenzionale e che i soldati israeliani abbiano preso di mira deliberatamente i giornalisti. Gli Stati Uniti affermano che stanno “lavorando per creare un ponte sulla cooperazione tra le parti”, ma non vi è alcuna indicazione di alcun progresso sulle indagini

I palestinesi vorrebbero far intervenire gli investigatori della Corte Penale Internazionale, le Forze di difesa israeliane (Idf) sostengono al contrario che i suoi soldati non hanno nulla da rimproverarsi nella morte di Shireen Abu Akleh. Le indagini, se ci saranno mai, saranno frutto di un lungo negoziato fra le parti al termine del quale sarà trascorso troppo tempo per individuare gli eventuali colpevoli. Un copione già visto molte volte in Terrasanta. Intanto un’indagine della Cnn suggerisce che la giornalista palestinese-americana di Al Jazeera sia stata uccisa intenzionalmente dal fuoco israeliano mirato, cioè da un cecchino dell’Idf. L’indagine della rete statunitense è basata su 11 video dell’incidente nel campo profughi di Jenin all’inizio di questo mese, sulle dichiarazioni di 8 testimoni oculari e le analisi di un esperto balistico.

L’esercito israeliano non ha escluso la possibilità che Abu Akleh sia stata uccisa dal fuoco israeliano e l’indagine non contraddice direttamente le affermazioni dell’Idf. Tuttavia, il rapporto della Cnn suggerisce che la sparatoria sia stata intenzionale e che i soldati israeliani hanno preso di mira deliberatamente i giornalisti, cosa che Israele contesta. La Cnn ha basato la sua affermazione su filmati, risultati forensi, analisi del suono degli spari e otto testimonianze oculari.

Abu Akleh è stata uccisa all’inizio di maggio durante un raid delle forze israeliane nella città di Jenin, in Cisgiordania, per arrestare un boss della Jihad Islamica. L’Autorità Palestinese ha accusato Israele di aver ucciso Abu Akleh, mentre le forze armate israeliane hanno affermato che dall’indagine provvisoria non è stato possibile determinare se la giornalista sia stata uccisa da colpi di arma da fuoco israeliani o palestinesi, prima di annunciare alla fine che non indagherà ulteriormente sulla sparatoria.

La Cnn si è rivolta a un esperto di armi ed esplosivi, Christ Cobb-Smith, che ha valutato i segni lasciati dai proiettili sul tronco dell’albero che era dietro ad Abu Akleh e ha stabilito che è stata uccisa da colpi selettivi, esplosi uno ad uno e non da una raffica di spari automatici. Cobb-Smith, un consulente per la sicurezza e veterano dell’esercito britannico, ha detto alla Cnn: “Dai segni sull’albero che era alle spalle della reporter, sembra che i colpi, uno dei quali ha colpito Shireen, provenissero dal fondo della strada, dalla direzione delle truppe dell’Idf. Una serie relativamente stretta dei colpi indica poi che Shireen è stata intenzionalmente presa di mira con colpi singoli, non è stata vittima di fuoco casuale o vagante”.

Non è ancora chiaro se l’indagine della Cnn presenti prove sufficienti per dimostrare che Abu Akleh sia stata uccisa dal fuoco israeliano. Tuttavia, data l’attenzione che ha ricevuto sui media, è probabile che acuisca le tensioni tra Israele e Stati Uniti – vista la cittadinanza americana di Shireen – in particolare dopo la decisione di Israele di non aprire un’indagine della Polizia Militare.

Il rapporto della Cnn include anche una risposta dell’esercito israeliano, che sostiene di indagare sull’incidente e ha chiesto la cooperazione palestinese e americana. L’esercito ha aggiunto che “le affermazioni sulla fonte del fuoco che ha ucciso Abu Akleh devono essere fatte con cura e supportate da prove concrete. Questo è ciò che l’Idf si sta sforzando di ottenere”.

Alla fine, potrebbe rivelarsi impossibile sapere esattamente cosa sia successo quella mattina a Jenin. È probabile che nessuna delle parti accetti le conclusioni raggiunte dall’altra. Gli Stati Uniti, il più stretto alleato di Israele, affermano che stanno “lavorando per creare un ponte sulla cooperazione tra le parti”, ma non vi è alcuna indicazione di alcun progresso. La scorsa settimana, 57 Democratici della Camera hanno chiesto un’indagine dell’Fbi. Sia Israele che l’Autorità Palestinese avrebbero dovuto richiedere l’assistenza degli Stati Uniti e nessuno dei due sembra averlo fatto. Israele ha invitato gli Stati Uniti a partecipare in un ruolo di osservatore. In teoria, ciascuna delle parti potrebbe presentare prove a terzi per l’analisi. Ma nessuna delle due parti ha espresso interesse per quel tipo di indagine e ciascuna potrebbe accusare l’altra di aver manomesso le prove se non le piacesse il risultato.