Scuola

Obbligo mascherine a scuola, un gruppo di genitori chiede lo stop: si aspettano riscontri

di Sara Gandini, epidemiologa/biostatistica, Elena Dragagna, avvocato, Francesco Pigozzo e Daniela Martinelli (Gli Spaesati)

Un gruppo di genitori di bambini e ragazzi che frequentano le scuole milanesi, sostenuto da studiosi e scienziati, prendendo spunto da altre città si è mobilitato per chiedere all’Ufficio Scolastico Territoriale e Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune Silvio Premoli di far arrivare al Ministero dell’Istruzione, al governo tutto e al Parlamento un forte messaggio di dissenso rispetto al prolungamento gratuito della mascherina per alunni e studenti scolastici. L’iniziativa è stata sostenuta anche da Saverio Mauro Tassi con il gruppo Scuola uguale x tutti, da Claudia Cipriani con il gruppo REM e dal pedagogista Daniele Novara. La lettera è stata inviata ufficialmente ai destinatari il 12 maggio 2022, corredata dalle prime 1000 firme raccolte tra cittadine e cittadini, ma continuerà a venire diffusa per raccogliere ulteriori adesioni a questo link.

Diverse altre città, sia in Lombardia sia in altre regioni italiane, stanno avviando iniziative analoghe. I firmatari della lettera, increduli e preoccupati di fronte al fatto che, in una situazione nazionale di fine emergenza pandemica, con la caduta dell’obbligo di mascherine non solo all’aperto ma anche in tanti locali al chiuso (dai bar ai ristoranti, ai supermercati e negozi, fino alle discoteche notoriamente più affollate di un’aula scolastica), a scuola si continui ad imporre l’uso della mascherina, hanno fatto presente che:

– svariati studi scientifici, incluse meta-analisi, hanno dimostrato che i minori si ammalano molto raramente e sono anche significativamente meno suscettibili all’infezione, contagiando meno frequentemente degli adulti;

– l’Oms, nel marzo 2022, alla domanda: “Mio figlio dovrebbe indossare una mascherina?”, ha evidenziato che “Le decisioni sull’uso della mascherina nei bambini dovrebbero essere guidate da ciò che è nel migliore interesse del bambino” e, in particolare che “L’uso della mascherina dovrebbe essere flessibile, in modo che i bambini possano continuare a giocare, studiare e svolgere le attività quotidiane. Queste attività sono una parte importante dello sviluppo e della salute del bambino. A nessun bambino dovrebbe essere negato l’accesso alla scuola o alle attività a causa della mancanza di una mascherina”;

– le evidenze scientifiche riguardo l’efficacia delle mascherine a scuola nel ridurre le infezioni sono scarse, in particolare nei minori; al riguardo, oltre allo studio randomizzato danese Danmask, recentemente anche un grande studio condotto nelle scuole in Spagna ha messo in discussione l’uso delle mascherine tra i bimbi nella scuola primaria, così come i rapporti del Department for Education del Governo della Gran Bretagna hanno mostrato che l’utilizzo di mascherine e regole di distanziamento in ambito scolastico non sono stati determinanti per prevenire la diffusione del virus SARS-CoV-2.

A fronte di tale situazione, nella lettera si fa presente come nella letteratura scientifica stiano emergendo – e, di fatto, ancora prima della letteratura, siano concretamente constatabili in prima persona da genitori, educatori, ecc… – i gravi danni provocati dalle mascherine sulla salute psicofisica dei bambini in termini di difficoltà di apprendimento, comunicazione e sviluppo del linguaggio. In particolare, è stato dimostrato che la mascherina impedisce la comprensione delle emozioni ai bambini, con risvolti potenzialmente negativi per la loro crescita emotiva, per la comprensione delle emozioni e del linguaggio non verbale, per lo sviluppo dell’empatia e della fiducia nell’altro.

OMS e Unicef hanno evidenziato il rischio dato dal “potenziale impatto dell’uso di una mascherina sull’apprendimento e sullo sviluppo psicosociale”. Come ha ben spiegato Renata Tambelli, professoressa alla Sapienza di psicopatologia dell’infanzia, in un’intervista a Repubblica del 17 aprile 2022 e riportato nella lettera in oggetto: “Gran parte della comunicazione, fino ai 10 anni di età, passa per il linguaggio non verbale, espresso in larga parte dal volto. Da due anni mettiamo i bambini di fronte a emozioni mascherate, questo può avere implicazioni sia a breve che a lungo termine sul riconoscimento delle espressioni e le emozioni associate”. Non da ultimo i firmatari della lettera evidenziano come le mascherine FFP2 non siano state omologate per il viso dei bambini, come denunciato da Altroconsumo.

L’Italia è ormai uno dei pochi paesi europei a pretendere che i bambini indossino le mascherine a scuola e tale pretesa per noi si configura come un vero e proprio abuso, essendo del tutto ingiustificata, sproporzionata oltre che a nostro avviso altamente lesiva dei diritti dei minori. In tale situazione e di fronte alla gravità della stessa, i firmatari della lettera chiedono all’ufficio scolastico territoriale di Milano e al Garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Milano di:

– inoltrare al ministero dell’Istruzione la medesima comunicazione, attivandosi e attivandolo perché si provveda all’immediata eliminazione dell’obbligo di mascherine in ambito scolastico;

– ricevere una delegazione dei firmatari della lettera, disponibili a maggiormente dettagliare e documentare le evidenze scientifiche più aggiornate a sostegno della richiesta;

– prendere pubblicamente posizione in difesa dei diritti dei bambini e dei ragazzi.

Si aspetta un pronto riscontro da parte delle Istituzioni coinvolte. I nostri bambini e ragazzi, che tanto hanno sofferto durante questi due (e più) anni, hanno più che mai bisogno di interessamento e tutela perché i danni già causati non si aggravino ulteriormente.