Ambiente & Veleni

La Terra dei fuochi sparisce dai programmi elettorali di Acerra. Ma i dati sui tumori sono noti

Il 25 aprile scorso, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha commemorato il ricordo dell’eccidio di Acerra (1 e 2 ottobre 1943). L’unica voce tra gli acerrani e i suoi rappresentanti istituzionali presenti che si è esplicitamente dichiarata delusa non solo dal mancato ricordo della strage ambientale ecomafiosa che continua tuttora, ma soprattutto per le dichiarazioni del nostro presidente di Regione Vincenzo De Luca – che ha definito Acerra “ex” Terra dei Fuochi” – è stato soltanto il vescovo Antonio Di Donna.

Così come nella limitrofa Caivano, con don Maurizio Patriciello, sembra che soltanto la Chiesa riesca ancora a vedere, a provare dolore ed a mantenere il proprio impegno a tutela dei troppi ammalati e morti troppo giovani che ogni giorno perdono la salute e la vita nei nostri territori. A conferma di questo, pochi giorni dopo la visita di Mattarella, in quella stessa piazza, due ragazzi di vent’anni si sono tolti reciprocamente la vita in uno scontro a fuoco violentissimo per il controllo della locale piazza di spaccio.

Tra poco più di un mese i cittadini di Acerra saranno chiamati a votare per il rinnovo del Consiglio comunale e per il sindaco. I temi ambientali, la strage per ecomafia e per inquinamento – che continua ogni giorno – sembrano completamente spariti sia dal dibattito politico locale che dai programmi dei candidati che si apprestano a scendere in campo, dove di fatto ogni lista rappresenta non certo una ideologia ma un “condominio” o un parco.

Fa certo male vedere, insignificante e confusa tra tante liste “condominiali” ad Acerra anche una lista con il simbolo del M5s che, negli anni passati, tanto si era speso non solo in battaglie ambientali ma anche di legalità sul territorio di Acerra.

Nessuna lista e nessun partito qui oggi osa neanche provare a discutere o a ricordare la colossale truffa di cui tutti noi cittadini metropolitani di Napoli siamo vittime: l’affidamento della “gestione” del maxi inceneritore di Acerra alla lombarda A2a che frutta ai Comuni di Milano e Brescia circa 75 milioni di euro, l’anno con pochi spiccioli destinati ai pochi impiegati locali campani.

Proprio oggi apprendiamo che noi napoletani siamo i cittadini del comune metropolitano più indebitato di Italia con una “zavorra” di circa 5mila euro a testa per i prossimi decenni, noi regaliamo non meno di 200mila euro al giorno ai Comuni di Milano e Brescia (non certo Acerra e Napoli) con l’incenerimento della nostra munnezza e non meno di altre 200mila euro al giorno ai Benetton-Pomicino con il pedaggio della Tangenziale di Napoli.

Sembra impossibile che nessuno ad Acerra in piena campagna elettorale si ricordi che il Comune riceve come “ristoro ambientale” per il più grande inceneritore di Italia soltanto 5 euro a tonnellata rispetto ai circa dieci euro a tonnellata che ricevono tutti i Comuni di Italia sedi di tali impianti. Sono non meno di ventimila euro al giorno che spetterebbero di diritto ad Acerra ma che nessuno rivendica.

Mai come oggi disponiamo di dati certi e pubblici che certificano l’eccessiva e non controllata crescita negli ultimi dieci anni dei soli rifiuti speciali senza alcuna tracciabilità in Campania in buona parte destinati all’unico Comune (Acerra) scelto sempre e da solo per la realizzazione di impianti di trattamento di rifiuti speciali. Nonostante mie pubbliche richieste di relazionare ai cittadini di Acerra sulla situazione dei rifiuti speciali 2019 vs 2009, nessun partito e nessuna lista “condominiale” ha neanche pensato di volerlo fare sapere ai cittadini prima e non dopo le elezioni comunali.

Pubblicati nel massimo silenzio istituzionale nel 2020, disponiamo di dati regionali che certificano per il Comune di Acerra un rischio per tutti i tumori maligni tra i maggiori di tutti i 550 comuni di tutta la regione Campania (periodo 2006- 2014 ; RR 1.28 statisticamente significativo) eppure nessuna tra tutte le liste condominiali e tutti i candidati sindaci (anche medici di Acerra) ne ha voluto fare neanche cenno.

Oggi possiamo affermare con certezza che non meno di cento cittadini campani si ammalano e muoiono di cancro ogni giorno in Campania. Tra questi cento non meno di dieci cittadini ogni giorno si ammalano e muoiono per motivi ambientali evitabili da almeno trent’anni specie in territori massacrati dalle ecomafie come Acerra.

Unico baluardo istituzionale dovrebbe essere il Comune di Acerra con il suo sindaco primo responsabile della Salute Pubblica, ma non lo è. Non lo è mai stato. Non lo sarà mai?
L’unico che parla, si dispera e si oppone, inutilmente perché lasciato troppo solo, resta oggi come nel 1943 soltanto il vescovo.

Noi Medici dell’Ambiente abbiamo deciso di dedicare alla strage (ambientale) di Acerra il nostro Convegno formativo previsto per sabato 1 ottobre 2022 presso l’Ordine dei Medici di Napoli.
Acerrani, vi supplico! Non lasciate solo il vostro Vescovo a combattere per cercare di salvare l’Ambiente e quindi la vita di tutti i cittadini!