di Gianluca Pinto
Esiste una questione molto preoccupante (come se tutto il resto fosse tranquillamente a posto e vivessimo un periodo di rosee aspettative per l’umanità): mi riferisco al battaglione Azov. Non voglio discutere sulla guerra in Ucraina, sulle chiare e innegabili colpe di Putin o sulle responsabilità altrettanto evidenti della Nato e dell’Occidente tutto, ma solo sulla questione del battaglione citato. Parlando di questo specifico argomento premetto che dovremmo tutti comprendere che stiamo correndo un grosso rischio: si sta offrendo al mondo, a livello di propaganda, l’immagine eroica di un corpo neo-nazista.
Nessuno nega che i facenti parte del battaglione in questione siano dentro la guerra, ma la domanda vera che dobbiamo porci tutti è: fino a che punto vogliamo spingerci con la propaganda? Vogliamo procedere fino a designare come “eroi” che lottano per la “libertà”, senza se e senza ma, indistintamente tutti coloro che si trovano dalla parte opposta alla Russia? Basta che siano schierati contro la Russia per essere eroi del “bene” contro il “male”? Davvero siamo a questo livello nella presa di coscienza di quello che avviene nel mondo? Perfino nei fumetti Marvel esistono più sfumature.
Nel caso del battaglione Azov stiamo attenti, perché oltre a trattarsi di una orrenda mistificazione stiamo rischiando un pericolosissimo errore, dettato da incoscienza per non dire da totale irresponsabilità, di cui tutti possiamo pagare il prezzo. Il battaglione Azov è dichiaratamente nazista ed è esplicitamente negazionista rispetto alla Shoah. L’ideologia è chiara e manifesta e nulla ha a che fare con la libertà. Oppure c’è qualcuno che vorrebbe sostenere il contrario, ossia che il nazismo sia un’ideologia basata sul concetto di pace e libertà dei popoli? Davvero si vuole arrivare a definire costoro “eroi” della libertà solo perché sono in guerra? Siamo sicuri di quello che si sta facendo?
Davvero si vuole legittimare il neo-nazismo mettendolo tra le forze che combattono per gli ideali di libertà e autodeterminazione dei popoli? Davvero si stanno equiparando i combattenti arruolati nell’esercito ucraino (magari a forza) che lottano contro un invasore ai neo-nazisti che compongono Azov? Si vuole sul serio che i nazisti, alla fine della vicenda (se mai ci sarà una fine che lo permetta), vengano legittimati, riabilitati dalla storia e riconosciuti come “liberatori” o “martiri” della libertà? Vogliamo riaprire e riscrivere in questo modo insulso alcuni capitoli della storia chiusi con dolore semplicemente in nome di una becera e superficiale propaganda di guerra?
Tutti gli irresponsabili che fanno bassa propaganda a buon mercato riabilitando il neo-nazismo in banale funzione antisovietica stanno commettendo un errore storico imperdonabile dettato da malafede e ignoranza delle conseguenze di tale azione.