Politica

Letizia Moratti ne ha inventata un’altra sulla sanità: ora ci occorre davvero risorgere

Sono arrivate anche le feste di primavera. Negli ultimi due anni abbiamo avuto come compagni di viaggio prima l’appuntamento giornaliero con i dati del Covid alle 18 ed ora l’appuntamento delle 17 con Mentana per la guerra.

Occorre risorgere. Occorre pensare al futuro. Occorre liberarsi delle difficoltà e degli errori. Occorre liberarsi delle brutte abitudini che fanno male alla salute.

Anche in sanità, regionale o nazionale, occorre svoltare per salvare il nostro Sistema Sanitario Nazionale. Le incongruenze di chi gestisce la nostra salute sono enormi. Ci hanno fatto e ci fanno male.

Letizia Moratti con la delibera dei giorni scorsi, dopo i tanti errori della Regione Lombardia per il Covid, ha fatto il botto. Certo appartiene alla stessa giunta che si è assolta: “nella Relazione conclusiva di maggioranza approvata, si rileva che ‘Regione Lombardia ha operato attivamente, instancabilmente e con ogni mezzo a propria disposizione per contrastare il deflagrare di un evento sconosciuto e inatteso’”.

Ma come avrebbe potuto combattere il nemico senza rianimazioni (le strutture private accreditate che coprono il 60% di tutti gli ospedali regionali non vogliono impegnare i loro soldi in reparti che nella normalità costano e non rendono) e senza una medicina del territorio che non sia solo pubblica e non privata accreditata?

E mentre in due anni nessuno ha fatto nulla per migliorare la situazione, perché crede e certifica che “ha svolto il suo mandato con professionalità, scrupolo e zelo istituzionale”, l’assessora al Welfare Moratti spara altre due inutili pallottole per continuare ad uccidere il nostro Sistema Sanitario Nazionale a favore dei privati accreditati. La prima, di cui vi ho già parlato, prevede la spesa di altri soldi per ridurre le liste di attesa pagando le strutture che ne rispettano i tempi. Una assurdità che non troverà alcun miglioramento reale, mentre occorrerebbe risparmiare e controllare le derive delle prenotazioni e, nel momento delle emergenze, l’annullamento di tutte le prestazioni private a favore di quelle pubbliche.

Ma ne ha inventata un’altra: ha detto che dal 1° giugno le aziende sanitarie dovranno tenere aperto la sera, i prefestivi e i festivi per visite ed esami. Dovrà spiegare quale medico e quale infermiere riusciranno a coprire turni così ampi. Non solo, ma sembrerebbe che le aziende sanitarie private accreditate siano esentate. Si parla infatti di ASST. Il privato accreditato è “autorizzato” a fare ciò che vuole e non è posto sullo stesso piano del pubblico.

Questo atteggiamento di graduale “dismissione” del pubblico a favore del privato non è presente solo a livello regionale ma anche nazionale. La Lamorgese ha firmato una convenzione sanitaria per i 17.000 dipendenti pubblici del dicastero con un ente privato accreditato, il San Donato, non con un nostro ospedale pubblico! Soldi pubblici alimenteranno il privato deteriorando il pubblico!

Abbiamo proprio bisogno di trovare dentro le uova pasquali persone e idee nuove per la salute di tutti. Sarebbe una bella sorpresa di cui tutti abbiamo bisogno.