Quello che colpisce di “Laura Pausini – Piacere di conoscerti” è lo sviluppo narrativo con l'artista non famosa e il lato fragile e il senso di solitudine che emergono da chi ha vissuto, invece, una esistenza piena di premi e successi planetari. Non è solo un biopic, un racconto della vita e della carriera della Pausini con molti risvolti inediti, ma è anche un film che vede al centro la stessa artista calarsi nei panni di sé stessa madre single, ceramista e cantante di pianobar. Un bel viaggio introspettivo
“Non sono capace di finire un disco da due anni e non mi è mai successo. Parto sempre da una idea, dal titolo dell’album per sviluppare le canzoni. Ma sono molto suggestionata da quello che sta succedendo, dalla pandemia, dalla guerra e anche da mia figlia che mi osserva. Sto diventando pudica nei miei pensieri per lei. Sono arrabbiata con me stessa e non mi sblocco. Quest’anno mi hanno proposto tante cose tra cui Eurovision e dobbiamo recuperare l’evento ‘Una. Nessuna. Centomila. Il Concerto’ dell’11 giugno, già rimandato per il Covid. Mi rimangono giorni liberi a fine maggio, ma come faccio a uscire a ottobre? Non ne avrei il tempo se si pensa che per incidere un vinile ci vogliono, al momento, tre mesi”.