Capitoli

  1. Piacere di conoscerti, il film di Laura Pausini: “Da due anni non riesco a finire il disco, sono molto suggestionata da quello che sta succedendo. Marcello? Era il nome del fratello che non ho mai avuto”
  2. “DURANTE IL LOCKDOWN MI SONO POSTA MILLE DOMANDE”
  3. “UN GIORNO DOVREMO CAPIRE SE SIAMO STATI FELICI”
  4. “I GIOVANI NON SONO EDUCATI ALLA SCONFITTA”
  5. “MARCELLO ERA IL NOME DEL FRATELLO CHE NON HO MAI AVUTO”
  6. “DA DUE ANNI NON RIESCO A FINIRE UN DISCO”
Attualità

“I GIOVANI NON SONO EDUCATI ALLA SCONFITTA” - 4/6

Quello che colpisce di “Laura Pausini – Piacere di conoscerti” è lo sviluppo narrativo con l'artista non famosa e il lato fragile e il senso di solitudine che emergono da chi ha vissuto, invece, una esistenza piena di premi e successi planetari. Non è solo un biopic, un racconto della vita e della carriera della Pausini con molti risvolti inediti, ma è anche un film che vede al centro la stessa artista calarsi nei panni di sé stessa madre single, ceramista e cantante di pianobar. Un bel viaggio introspettivo

“Oggi tanti giovani pensano che ci sia solo una cosa, un obiettivo unico e se non è possibile realizzarlo si crede che l’unica cosa che si possa fare è starsene a casa, senza far nulla. Tutti nasciamo perché sappiamo fare tutto, poi i piani b sono fondamentali e sono proprio forse questi che ci faranno sentire realizzati. Le ultime generazioni non sono educate alla sconfitta ed è un grande errore. Nella vita si può perdere, ma rimanere ugualmente orgogliosi. È quello che è successo agli Oscar: dal film si vede che mio padre c’è rimasto male ma io ero felice. Non ero andata lì per vincere. Quindi avevo due messaggi da dare: parlare di come sentirsi realizzati e del fatto che non dipende dalla fama e poi quanto sia importante conoscere le vittorie e dirsi ugualmente orgogliosi della perdita”.