Società

La pirateria colpisce anche l’editoria: oltre uno su tre preferisce fare il furbetto

La pirateria colpisce tutti: ebook, libri cartacei, audiolibri, giornali… Un fenomeno odioso con numeri impressionanti che non provoca danni solo all’editoria ma impatta sull’economia nazionale e causa mancati introiti al fisco. Un fenomeno che richiede una risposta che faccia leva sul fattore punitivo e culturale, perché chi copia libri, audiolibri o giornali, pur sapendo che è illegale (82%), è convinto che non sia così grave e che ci siano poche possibilità di essere scoperti (68%). Insomma una parte degli italiani alla cultura del rispetto preferisce quella del furbetto. Chi sono i pirati?

Il 35%, ovvero oltre un italiano su tre maggiore di 15 anni, ha compiuto almeno un atto di pirateria in campo editoriale nell’ultimo anno; per consolarci precisiamo che due anni fa era il 36%. Poco meno di un italiano su quattro, vale a dire il 23%, ha scaricato gratuitamente da Internet almeno una volta un ebook o audiolibro in maniera illegale. Il 17% ha ricevuto da amici/familiari almeno un ebook. Il 7% ha ricevuto da amici/conoscenti almeno un libro fotocopiato. Il 6% ha ricevuto da amici o conoscenti i codici di accesso per leggere ebook o ascoltare audiolibri in abbonamento. Il 5% ha acquistato almeno un libro fotocopiato. Un danno economico annuo stimato in 771 milioni di euro alla filiera dell’editoria cartacea e digitale, che diventano 1,88 miliardi di euro se si considera anche l’indotto e ben 322 milioni di euro di mancato incasso per il fisco.

Queste cifre sono emerse al convegno La pirateria nel mondo del libro. Crescita del fenomeno e strumenti di contrasto, organizzato da AIE (Associazione Italiana Editoria) e FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali). I dati sono contenuti nella seconda indagine Ipsos, commissionata da AIE, che si è svolta a ottobre del 2021 su un campione di quattromila interviste.

Il fenomeno è diffuso in tutto il mondo editoriale librario però si pirata più frequentemente nel formato digitale. Anche il self-publishing è nel mirino dei pirati: molti autori hanno scoperto che i loro libri si possono scaricare gratuitamente. Le vendite perse nel settore della varia sono pari a 36 milioni di copie l’anno, per un mancato fatturato di 423 milioni di euro. Le copie (libri a stampa e digitali) perse nel settore universitario sono sei milioni, pari a un fatturato di 230 milioni di euro; quelle nel settore professionale – libri, ebook e banche dati – 2,8 milioni di copie, con una perdita a valore di 118 milioni di euro. Se si guarda al mancato fatturato per canale di vendita, le librerie fisiche perdono in un anno 243 milioni di euro. Gli store online hanno un mancato fatturato (libri a stampa e digitali) di 455 milioni e ci sono 73 milioni di mancati ricavi per abbonamenti a servizi di audiolibri o ebook.

Sul fronte dell’occupazione si tratta di 5400 posti di lavoro persi nel mondo del libro, se consideriamo anche l’indotto superiamo le 13 mila unità. Durante l’incontro Stefania Auci, la scrittrice che ha pubblicato la saga dei Florio, ha elencato i nomi delle persone che collaborano per l’uscita dei suoi libri. Un tentativo di dare un volto a chi potrebbe essere penalizzato dalla pirateria. Che fare?

L’ampiezza del fenomeno impone un’azione di contrasto che spazia dalla repressione dei fenomeni illegali all’educazione degli utenti, dalla conferma del sostegno alla domanda legale di informazione e cultura attraverso strumenti come la 18App, il bonus per le biblioteche alle iniziative nelle scuole come #ioleggoperché. Tutti gli operatori concordano nel sostenere che nei confronti di chi fa business sui contenuti illegali bisogna rendere impossibile nascondersi dietro l’anonimato della rete e riflettere sugli effetti negativi dell’attenuazione delle pene. In Francia, ad esempio, c’è una multa salata e l’interdizione al Web per un lungo periodo.