Politica

FqChart della settimana – L’indecisione sul Colle costa cara alla Lega. Intanto spunta un outsider

FQChart è la media aritmetica settimanale dei sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani in esclusiva per Il Fatto Quotidiano. Concorrono alla media tutti i sondaggi pubblicati dai maggiori istituti demoscopici nella settimana appena conclusa.

Settimana dal 31/1 al 6/2/2022

Nella settimana successiva alla partita del Quirinale, tanto attesa dagli analisti politici e risoltasi nella maniera migliore o peggiore (a seconda dei punti di vista) con la rielezione di Sergio Mattarella, arrivano i primi effetti sul consenso ai partiti politici. Effetti peraltro ampiamente previsti (desiderati?) da molti osservatori.

Infatti a uscirne male è realmente la Lega che perde quasi un punto e mezzo rispetto alla sua media di 15 giorni fa. Oggi il partito di Matteo Salvini è al 17,3% (terzo partito italiano), in pratica tornato sui valori di quattro anni fa (Politiche 2018) ma avendo dimezzato il risultato delle Europee 2019 (oltre il 34%). E ciò che colpisce maggiormente è la distanza di 3-4 punti netti da Pd e FdI.

Questi ultimi due invece sono separati solo da un punto percentuale (21,2 vs 20,2), con il Pd praticamente stabile e la compagine di Giorgia Meloni nuovamente in ascesa (+0,8, primo partito per Tecnè ed Euromedia Research).

Perde ancora circa mezzo punto il Movimento Cinque Stelle al 14,1% (per due istituti sui sette considerati in realtà è al 13%), un trend ancora negativo che francamente, ad oggi, diventa difficile prevedere se e quando si invertirà, specie adesso con una crisi interna squadernata a mostrare pubblicamente che i primi “nemici” del capo politico, Giuseppe Conte, sono dentro il partito e non fuori.

Stabili le quotazioni di Forza Italia (8,2%), oggi più che mai “ago della bilancia” di una coalizione a destra che apparentemente non esiste più.

Nel frattempo tengono banco le formazioni che si collocano in alternativa agli schieramenti di cdx e csx.

La federazione Azione/+Europa è al 4,6%, una percentuale che garantirebbe l’ingresso in parlamento già con l’attuale legge elettorale mentre, pur rimanendo sotto il 3%, è in risalita ItaliaViva (2,8%) che si autocandida al ruolo di perno nella costruzione del nuovo Centro, più volte annunciata e sempre rimandata.

Infine, una curiosità: a più di un anno dalla sua nascita, viene registrato da alcuni istituti (Swg e Ipsos, per esempio) un certo interesse dell’elettorato per ItalExit, il partito di Gianluigi Paragone, a cui vengono attribuite percentuali del 2% e un trend in salita.

(Fonte: Swg, Ipsos, Euromedia Research, Ixè, Emg, Index e Tecnè)