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La presidente del Senato Casellati e la ristrutturazione da 270mila euro del palazzetto di Padova. Pagata dalla Prefettura

I lavori di cui dà conto il Domani sono stati autorizzati dalla prefettura per la "messa in sicurezza," a sua tutela. Né per il presidente della Repubblica Mattarella (nella cui abitazione di Palermo è stato solo installato un allarme) né per il presidente della Camera Fico né per il predecessore di Casellati Grasso, ex procuratore antimafia, lo Stato ha pagato interventi lontanamente comparabili a livello di costi

La prefettura di Padova ha speso 175mila euro – e ha già in preventivo di sborsarne altri 94mila – per la ristrutturazione di un palazzetto del Settecento di Padova di proprietà della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e del marito. Lavori che vanno dalla sostituzione degli infissi alla soprelevazione del muro del giardino: il tutto, secondo il nuovo prefetto Raffaele Grassi, per la “messa in sicurezza, a tutela, dell’abitazione del presidente”. Il Domani, che dà la notizia, ha verificato se ci siano precedenti confrontabili. La risposta è no: né per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (nella cui abitazione di Palermo è stato solo installato un allarme) né per il presidente della Camera Roberto Fico né per il predecessore di Casellati Pietro Grasso, ex procuratore antimafia, lo Stato ha pagato interventi lontanamente comparabili a livello di costi. Grasso, di fronte a un preventivo molto elevato, rinunciò alla messa in sicurezza della sua casa in zona Laurentina e si spostò con la famiglia nell’appartamento di rappresentanza a Palazzo Giustiniani.

E’ lì che vive anche la Casellati, che non dimora abitualmente a Padova. Ma l’avvocata berlusconiana, tra i fondatori di Forza Italia, ora aspirante presidente della Repubblica ma senza i voti, in Veneto torna spesso: l’anno scorso è finita al centro di polemiche quando è emerso che da maggio 2020 ad aprile 2021 ha usato per 124 volte l’aereo blu a sua disposizione, il più delle volte proprio per tornare a casa. Nella villa di tre piani con grande giardino per la cui messa in sicurezza, scrivono Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian, è stata spesa dall’organo periferico del Viminale una cifra con cui a Padova si potrebbe comprare un appartamento nuovo da 100 mq. Il palazzo è tutelato e la soprintendenza archeologica conferma di aver dato via libera a tre autorizzazioni, la prima il 19 marzo 2019 per serramenti e vetri antisfondamento, la terza nel settembre 2020 sul muro di cinta.

Ma chi ha dato il via libera alla spesa? Sugli interventi necessari per tutelare vertici istituzionali e soggetti a rischio decide il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal prefetto, che ha confermato di aver finanziato lavori per 175.916 euro con affidamento diretto all’impresa Edili Garbo, dodici dipendenti, un titolare che – riporta Domani – nel 2009 ha usufruito dello scudo fiscale del governo Berlusconi (Casellati era sottosegretario alla giustizia). Sopraelevazione del muro di cinta non è ancora stata realizzata ma è già stata “attestata” la necessità di farlo, spiega Grassi. Sempre per esigenze di sicurezza. Preventivo: 94.588 euro. Non risulta, ricorda il quotidiano, che Casellati sia mai stata oggetto di minacce da parte della criminalità organizzata. Le cronache raccontano solo di attacchi via social di due disoccupati quarantenni con piccoli precedenti che sono stati individuati dalle forze dell’ordine lo scorso anno.