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Etiopia, il governo riprende il controllo di Lalibela: i ribelli tigrini annunciano il ritiro per consentire l’afflusso di aiuti umanitari

Le autorità non hanno specificato quando siano stati scacciati i guerriglieri del Fronte di liberazione popolare del Tigray (Tplf), ma la rete televisiva Fana ha mostrato le immagini della visita in città del vice premier e ministro degli Esteri Demeke Mekonnen. La guerra civile fra il governo centrale e i ribelli del Fronte di liberazione del Tigray è in corso da novembre 2020

L’esercito etiope ha ripreso il controllo di Lalibela, seconda città sacra dell’Etiopia dopo Axum e patrimonio mondiale dell’Unesco. Le forze governative avevano annunciato il 18 dicembre la riconquista di tutta l’area del Wollo nord, nella regione di Amhara, dove si trova Lalibela. Per quell’occasione la rete televisiva Fana aveva mostrato le immagini della visita in città del vice premier e ministro degli Esteri Demeke Mekonnen. Con lui il il ministro della Pace, Benalif Andualem e diverse alte cariche dell’esercito. La televisione li ha mostrati mentre visitavano alcune delle antiche chiese scavate nella roccia per le quali la città è famosa. I ribelli etiopi del Fronte di liberazione popolare del Tigray (Tplf) hanno detto che si ritireranno verso la loro regione, il Tigray, nel nord del Paese, per consentire l’afflusso di aiuti umanitari per la popolazione civile. L’annuncio è stato fatto dal loro portavoce, Getachew Reda, all’agenzia Agence France-Press.

La guerra civile fra il governo centrale e i ribelli del Fronte di liberazione del Tigray è iniziata nella regione settentrionale del Tigray il 4 novembre 2020. Il conflitto si è poi esteso alle regioni di Amhara e Afar con l’avanzata del Tplf in direzione di Addis Abeba. Avanzata ora fermata dalle truppe governative che hanno annunciato la riconquista di diverse città. Nei mesi scorsi le milizie ribelli erano avanzate dal Tigray nelle regioni vicine dell’Amhara e dell’Afar, facendo temere una possibile offensiva verso la capitale.