Diritti

Minori stranieri e accertamento dell’età: costi e tempi sono così gravosi da favorire le scorciatoie

Che cosa c’entra un ragazzo bengalese, o etiope, indonesiano – chiamiamolo Omar – con quasi coetanei adolescenti bianchi americani vissuti più di ottant’anni fa a Cleveland? Quei brufolosi adolescenti bianchi nord americani hanno dettato (senza saperlo) i parametri che i medici legali italiani utilizzano anche oggi per determinare l’età degli stranieri senza documenti validi che si dichiarano minorenni. Nel lontano 1937 il dottor Todd, un ortopedico di Cleveland, pubblicò l’Atlante della Maturazione Scheletrica, sintesi degli studi da lui condotti sulla popolazione giovanile in fase di sviluppo, bianca e appartenente al ceto medio della sua città. Si tratta di una collezione di radiografie che farà da base all’opera, successiva e più completa, che ancora oggi è il punto di riferimento degli studiosi di tutto il mondo: “The radiographic Atlas of Skeletal Development of hand and Wrist” di Greulich e Pyle, (1951-59).

Ora possiamo tornare a Omar – appena sbarcato o arrivato attraversando i Balcani – che si presenta alla Polizia per denunciare la propria presenza sul suolo nazionale, come gli hanno detto di fare. Gli hanno anche detto che, se riesce a farsi passare per minorenne, avrà maggiori chances di sostegno e di aiuto all’inserimento. Omar non sembra avere problemi, non solo è minorenne per davvero, ma ha perfino un aspetto da bambino più piccolo. Viene portato in una comunità di accoglienza (per minori, se c’è posto, sennò in un centro per stranieri maggiorenni, prima violazione dei suoi diritti), viene preso in carico abbastanza in fretta dai Servizi Sociali che, in assenza di documenti validi o ragionevolmente tali, ne segnalano la presenza al Tribunale per i Minorenni che dispone la procedura per l’accertamento dell’età.

Chi lo fa e come funziona? La procedura deve essere condotta da un’equipe multidisciplinare e “deve includere il colloquio sociale, visita pediatrica auxologica, valutazione psicologica o neuropsichiatra, procedendo secondo un criterio di invasività progressiva. Se, all’esito di ciascuna fase o stadio della procedura emergano elementi certi in ordine alla minore età dell’interessato, non si procede ad accertamenti successivi. In base alla normativa dunque, un unico esame può essere sufficiente all’identificazione come minorenne, ma non sufficiente ad identificare il diretto interessato come maggiorenne […] e si deve tenere in considerazione l’origine etnica e culturale della/del minore (d.lgs 24/14 art. 4, d.p.c.m. n.234 art. 1)”. In buona parte dei casi osservati dai legali dell’Asgi, che assistono i migranti in queste e molte altre questioni, la valutazione si basa sulla refertazione da parte del medico legale dell’Ospedale individuato dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni. Al medico legale la valutazione della maturazione ossea del distretto polso-mano e la valutazione della dentizione, assumendo come riferimento proprio l’Atlante di Todd, poi Greulich e Pyle.

L’età è presunta, con un margine di errore di +/- 2 anni, dunque se a Omar viene attribuita un’età di 19 anni verrà considerato diciassettenne, l’attribuzione di un anno in più lo trasforma in automatico in un maggiorenne: potrà fare reclamo, ma fino alla sentenza del Tribunale dei Minorenni sarà senza alcun documento. Facile che Omar preferisca mentire sull’anno di nascita per poter ottenere un permesso di soggiorno come maggiorenne richiedente asilo, l’iscrizione al collocamento, il codice fiscale e la tessera sanitaria.

E dire che perfino il Consiglio Superiore di Sanità raccomanda come metodo di valutazione, al posto di quello in uso, il più affidabile TW3-Tanner Whitehouse 3 (del 2001) che segue gli stessi criteri, ma utilizza una casistica internazionale. Addirittura il dpcm n. 234/16, art. 3 comma 4, stabilisce l’obbligo di una valutazione multidisciplinare, una valutazione psicologica e quella dello stato puberale.

Ma allora, perché non lo fanno e basta? Difficile dare risposte obiettive: potrebbe darsi che dipenda dal fatto che l’approccio multidisciplinare – in genere adottato per le donne minorenni vittima di tratta, per garantire loro la migliore protezione possibile per uscirne – aggravi così tanto i costi da favorire la ricerca di scorciatoie. Oppure che si consideri ogni sedicente minorenne maschio straniero un delinquente maggiorenne che non è ancora stato arrestato e che lo sarà presto in flagranza di reato, d’altra parte questa è la narrazione servita in prevalenza dai mass media. Succede che giovanissimi stranieri autori di reati minori, quando vengono beccati con le mani nel sacco, si dichiarino minorenni senza esserlo per usufruire delle facilitazioni dell’età. Per costoro, l’accertamento dell’età short, radiografia mano polso e denti, potrebbe dare una prima risposta. Invece la pratica, così comoda e diffusa, è diventata la regola.

Fuori da questi tritacarne burocratici c’è un mondo popolato da gente sempre più vecchia, bisognosa di essere accudita, di servizi che qualcuno dovrà far funzionare, di attività che già oggi faticano a trovare addetti. Siamo da decenni in un “inverno demografico” che ha prodotto la diminuzione di un milione di abitanti solo negli ultimi 7 anni, e qiusto mentre il resto della popolazione invecchiava e continua anche adesso a farlo. C’è bisogno di popolazione giovane per evitare il collasso del paese, o li “produci” o li “compri”. L’Italia continua a non fare né l’una né l’altra cosa e alimenta anche in questo modo il suo rapido declino. I politici lo sanno, ma non possono privarsi di uno strumento di propaganda così perfetto: patrioti, prima gli italiani, e tutto il solito armamentario che luccica nel silenzio della società civile e incivile del nostro paese.

La Merkel, una prima risposta a questi bisogni del suo paese l’ha data assumendosi la responsabilità di aprire le porte ai profughi siriani, un milione di persone giovani a cui insegnare il tedesco per piazzarli nelle posizioni lavorative in sofferenza per mancanza di manodopera. Da noi la lotta impari perché dirigenti scolastici stracchi aumentino gli orari asfittici dei corsi di Italiano e agevolino l’inserimento dei ragazzi stranieri nei corsi “del mattino” per dare loro qualche chance in più di non essere sempre e solo ultimi.

Si consumano anche così i destini di tanti ragazzi che potrebbero essere preziosi per la ripresa del nostro paese. La legislazione avanzata, solita contraddizione italica, ce l’abbiamo. Mancano del tutto una politica capace di farsi carico dei problemi del paese e di mettere insieme le convenienze della solidarietà, dell’accoglienza, dell’umanità con quelle dell’economia. Si può fare.