Politica

E se B. al Colle fosse lo spauracchio per farci digerire una opzione solo appena migliore?

di Franco Failli

Tempo fa mi è capitato di sentire (o di vedere, o di leggere, non ricordo più) una simpatica storiella riguardante genitori e figli. Una giovane fanciulla di buona famiglia si invaghisce di un suo coetaneo di nome Lorenzo, che però non è né altolocato, né laureato, né portatore di altri benefit che potrebbero renderlo attraente agli occhi dei genitori. Anzi, ha un fisico non proprio atletico, un paio di tatuaggi un po’ ingombranti e un eloquio non esattamente da baronetto. Di sicuro non sarà ben accetto in famiglia, e potrebbero anzi scattare divieti tassativi.

Che fare? La ragazza ci pensa un po’ e mette a punto una astuta strategia: comincia a farsi vedere in giro con Arturo, un altro ragazzo del suo giro, con il quale si è messa d’accordo per recitare la commedia. Arturo è un vecchio amico, ma è anche un tipo poco raccomandabile, che di tatuaggi non ne ha due ma venti, con trascorsi di droga e tenuto quindi d’occhio da polizia e carabinieri, notoriamente manesco e attaccabrighe specie quando è ubriaco, cioè spesso.

I genitori ovviamente lo vengono a sapere (è lei stessa che a ciò ha accortamente provveduto) e naturalmente esplodono gli ultimatum. La ragazza fa finta di resistere per un po’, poi fa calare il sipario sul “facente funzioni” e una bella sera si presenta a casa con il vero amore, dicendo che lei ha messo la testa a posto, che i genitori avevano ragione, che Arturo era proprio un brutto soggetto, ma come ho fatto a non accorgermene, meno male che ci siete voi, vedete come invece è bravo e buono Lorenzo.

Che faranno i genitori? Novantanove su cento, lusingati dalla considerazione per le loro raccomandazioni, si rallegreranno della scomparsa di scena di Arturo e, per non andare incontro a guai peggiori, si terranno Lorenzo, che tutto sommato, al confronto, non è poi questo gran male. Ma era Lorenzo che la diabolica adolescente aveva in mente fin da subito; Lorenzo che senza questa messa in scena non avrebbe avuto alcuna speranza perché, diciamocelo, era ed è ancora, ad esser generosi, un po’ scarsino.

Sembra una storia inverosimile? Credo di no. Anzi, ho il sospetto che sia talmente realistica da essere reale; tanto reale da rappresentare piuttosto fedelmente la nostra cronaca attuale. Arturo potrebbe in realtà chiamarsi Silvio, e le ipotesi sono aperte riguardo alla vera identità di Lorenzo. La fanciulla dell’aneddoto è impersonata dalla nostra destra di governo (o governo di destra), che vuole non il fidanzato ma il presidente della Repubblica che vuole lei, e i genitori scandalizzati siamo noi, l’intero (o quasi) paese.

La possibilità di avere Berlusconi come presidente della Repubblica potrebbe cioè essere solo il babau destinato a spaventarci per poi farci trangugiare, tranquillizzati e quasi contenti, un altro personaggio solo appena più presentabile, magari più funzionale dello stesso Berlusconi alle esigenze attuali del potere politico, economico e finanziario; ammesso che abbia ancora un senso distinguere tra queste cose.

Questo non vuol dire che non dobbiamo protestare fieramente contro il solo fatto che l’ipotesi Berlusconi sia formulata. Credo che dobbiamo farlo vigorosamente. Ma credo anche che dobbiamo tenere gli occhi aperti, senza abbassare i nostri standard di accettabilità solo per evitare l’obbrobrio che ci viene prospettato.

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