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Monti ribadisce su La7: “Mia frase su informazione covid era infelice, ma italiani hanno scarso livello di preparazione nel capire dibattito”

Io non ho parlato minimamente dei no vax, ma ho ripetuto con parole infelici quanto ho detto agli inizi di marzo nel 2020, su questa stessa rete: se ogni canale televisivo dedica 15 ore al giorno al tema pur fondamentale del covid, forse c’è un eccesso di informazione”. L’ex presidente del Consiglio Mario Monti torna sulle sue controverse dichiarazioni rese a “In Onda” (La7) la scorsa settimana.
Nuovamente invitato nel talk show politico, Monti ammette di aver usato una espressione infelice (“Bisogna trovare delle modalità meno democratiche secondo per secondo nella somministrazione dell’informazione sul covid”), ma ribadisce il suo punto di vista: “In qualche modo la mia analogia di questa situazione di grande emergenza con la guerra c’è. Agli inizi del marzo 2020, io proposi momenti istituzionali a reti unificate e accordo volontario di auto-disciplina tra le televisioni“.

Commentando poi il 55mo rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese nel 2021, Monti si sofferma sui dati relativi alla sanità: per il 31,4% degli italiani il vaccino è un farmaco sperimentale e i vaccinati sono ‘cavie’; per il 21,7% la scienza fa più danni che benefici; per il 10,9% i vaccini sono inutili e per il 5,9% il covid non esiste.
“Qui c’è un problema di fondo – osserva Monti – ed è lo scarso livello di educazione e di preparazione del popolo italiano. Ciò viene fuori purtroppo sistematicamente ogni volta che vengono pubblicati dati di questo genere. Questo ovviamente ha anche un riflesso sulla capacità molto bassa del popolo italiano nell’esprimere un orientamento politico. Non vorrei che ci fossero equivoci: ognuno ha il diritto di voto, che è sacrosanto, ma il livello culturale scarso degli italiani si ripercuote anche sui giudizi politici di questi ultimi. È una lacuna grave e storica dell’opinione pubblica italiana“.