Diritti

A Roma 10mila persone per il corteo contro la violenza sulle donne: “Sia una priorità per la politica, servono investimenti per la prevenzione”

E’ in corso a Roma il corteo nazionale, organizzato da Non una di meno, contro la violenza sulle donne: “La marea femminista e trasfemminista ritorna in piazza“, è stato l’annuncio a due giorni dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

“Dopo un anno di stop imposto dalla pandemia”, si legge nel manifesto che ha annunciato la manifestazione, “è quanto mai urgente riprendere la parola e lo spazio pubblico contro la violenza maschile sulle donne e di genere approfondita dalla crisi pandemica e da una politica istituzionale preoccupante e ostile alle donne, alle persone lgbtqia+ e alle persone più esposte alla crisi economica, sociale e sanitaria”. Perché, continuano, “da una parte, il governo dell’uomo solo al comando riprogramma in peggio le condizioni delle nostre esistenze, con riforme non contrattate né contrattabili che ipotecano il nostro futuro”. Mentre “dall’altra, la deriva xenofoba, patriarcale e individualista che attraversa il dibattito pubblico e che attacca la solidarietà, la cura collettiva, l’accesso alla salute per tutt* come priorità dell’agenda politica post pandemica”.

Da inizio 2021 sono stati già 109 i femminicidi, a conferma di un problema che rimane strutturale. Anche per questo oggi le femministe scendono in piazza. “Mentre una donna ogni 72 ore muore per femminicidio e si registra un aumento della violenza domestica, il piano triennale antiviolenza istituzionale è scaduto e non viene ancora rinnovato”, scrivono. Per questo “pubblicheremo e porteremo in piazza e in rete i dati dell’osservatorio sui femminicidi, lesbicidi e transcidi avviato da Non Una DI Meno per ribadire che la violenza è strutturale e si alimenta in condizioni di dipendenza economica, ricatto, giustizia patriarcale e politiche istituzionali inadeguate e sessiste”.

La manifestazione sarà segnata da azioni performative e collettive, tra queste “il grido muto”, ossia un minuto di silenzio che coinvolgerà l’intero corteo per ricordare le vittime di femminicidi e transcidi; la performance sensibili-invisibili per il riconoscimento delle malattie cosiddette “femminili” ignorate dalla medicina, quali, ad esempio, vulvodinia, neuropatia del pudendo, fibromialgia, endometriosi e tutte le varie forme di dolore pelvico. Ci saranno performance per segnalare l’intreccio tra le migrazioni e le frontiere dello sfruttamento lavorativo, oltre alle numerose vertenze in piazza, tra cui quelle delle lavoratrici della Rgis e GKN. “Lo spazio della lotta politica pubblica”, conclude Non una di meno, “è una priorità irrinunciabile, lo è a maggior ragione nel quadro di una emergenza sociale e di grandi trasformazioni come quelle innescate dal covid 19”.

La fondazione del Fatto quotidiano, insieme alla onlus Trama di Terre finanzia borse di autonomia per sostenere donne sopravvissute alla violenza. Visita il sito è scopri come aiutarci: clicca qui