Cronaca

Covid, la Biontech chiederà l’autorizzazione per il vaccino per la fascia 5-11 anni. “Sarà somministrato in dosi minori”

Si tratta dello stesso composto commercializzato dalla Pfizer usato per gli adulti dai 16 anni in poi e recentemente autorizzato definitivamente dalla Food and drug administration

La società tedesca Biontech – che ha sviluppato il primo vaccino nati Covid a Rna messaggero – è in procinto di chiedere l’autorizzazione per il vaccino anche per i bambini dai 5 anni agli 11. Si tratta dello stesso composto commercializzato dalla Pfizer usato per gli adulti (dai 16 anni in poi) e recentemente autorizzato definitivamente dalla Food and drug administration). Allo Spiegel la cofondatrice Ozlem Tureci ha spiegato che “verrà somministrato in dosi minori e avrà bisogno di temperature meno basse” per la conservazione. Biontech sta “già preparando la produzione” e conta sulla distribuzione già da metà ottobre.

Solo ieri sulla vaccinazione pediatrica si è espressa l’Agenzia europea del farmaco (Ema). Per la vaccinazione anti-Covid nei bambini di età inferiore ai 12 anni, “ci aspettiamo di ricevere almeno per alcuni vaccini dei dati nel corso dell’autunno, così da capire, a partire dalla fascia 5-12 anni, se il rapporto positivo benefici-rischi resta valido” anche nei bimbi più piccoli ha spiegato Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici per Covid-19 dell’Agenzia europea del farmaco Ema, rispondendo a una domanda in conferenza stampa. Quanto agli adolescenti che già possono essere immunizzati, l’esperto ha confermato come “positivo il rapporto benefici-rischi dei due vaccini anti-Covid a mRna”, ossia Pfizer/BioNTech e Moderna, “che sono autorizzati per l’uso dai 12 anni in su”.

Intanto l’American Academy of Pediatrics fa pressione per l’approvazione di un composto che prevenga l’infezione da Sars Cov 2 per i bambini, specialmente a fronte dell’impennata dei casi proprio fra i più piccoli della malattia causata dalla variante Delta negli Usa. Ma gli specialisti attendono l’arrivo dei dati delle sperimentazioni in corso sui bambini in particolare dei prodotti della Pfizer e di Moderna. “Credo che per noi sia chiaro che i pericoli del covid per i bimbi superino i rischi di un potenziale vaccino”, ha osservato Lee Savio Beers, presidente dell’Accademia, in una intervista alla National Public Radio Usa. Beers ha sottolineato che, come nel caso dei vaccini contro il Sars-Cov2 per gli adulti – per cui sono bastati due mesi di test per ottenerne l’autorizzazione all’uso di emergenza – “per i bambini due mesi di dati saranno sufficienti a stabilirne la sicurezza e l’efficacia”. “Dalle notizie che ci arrivano riteniamo che almeno uno dei produttori delle immunizzazioni per il covid sottoporrà i dati entro settembre o inizio ottobre alla Food and drug administration. A quel punto potremo analizzare i risultati in particolare per assicurarci che i dosaggi per i bambini siano giusti, sicuri e efficaci”.

La variante Delta comincia infatti a mettere alla prova il sistema immunitario dei bambini, che finora aveva resistito bene alle precedenti versioni del virus SarsCoV2. Alcuni ricercatori, intervistati dalla rivista Nature, ipotizzano che a proteggerli finora dal Covid sia stata la loro risposta immunitaria innata (cioè la reazione primitiva ma rapida ai patogeni), ma con il progredire della pandemia, la diffusione della variante Delta e l’aumento del numero di contagi temono che questo scudo possa non durare ancora a lungo. La ricerca sta iniziando a capire le ragioni per cui i bambini non sono stati particolarmente colpiti dal Covid. I bambini sembrerebbero avere infatti una risposta innata potenziata e pronta a funzionare. Per ora non ci sono evidenze chiare che i bambini siano più vulnerabili o colpiti dalla variante Delta rispetto alle altre. I dati suggeriscono che ovunque i bambini stanno iniziando ad essere una parte più consistente di infezioni e ricoveri. Ciò potrebbe essere dovuto all’alto tasso di trasmissione della Delta e al fatto che molti adulti ora sono protetti dal vaccino. Fino al mese scorso, circa il 15% di tutti i casi di Covid negli Usa ha riguardato persone sotto i 21 anni. In India i test sierologici hanno mostrato che oltre la metà dei bambini tra i 6 e 17 anni, cioè i due terzi della popolazione complessiva, aveva gli anticorpi al Covid. I bambini vengono quindi contagiati, ma forse il virus non si replica dentro di loro bene come negli adulti.