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Niger, qui non ci vacciniamo contro il Covid perché siamo distratti da cose più importanti

Qui non ci vacciniamo contro il Covid perché siamo distratti da cose più importanti. Per fortuna che, mancando i vaccini, ce la caviamo egregiamente e nel caso ci ammalassimo, daremmo la priorità ad altre malattie. Quella della fame, che è di gran lunga la più pericolosa e segue a ruota la malaria o paludismo, poi la meningite (ciclica), il colera, per via dell’acqua che ci arriva in casa con i bidoncini gialli, le epatiti e , naturalmente, l’insicurezza dovuta agli attacchi dei Gruppi Armati Terroristi.

Se, in ultimo, la malattia tanto propagandata dall’Occidente dovesse arrivare, la curiamo con le medicine esistenti che qui funzionano per grazia ricevuta e scelta intelligente dei malati. Da noi la maggior parte delle nascite avviene per un felice momento di distrazione vissuto insieme e così pure si muore, senza in fondo darci troppo peso, per un’ultima e fatale distrazione. La sabbia stessa, vero paradigma della realtà ambiente, si adagia distrattamente sulle strade, i cortili, le offerte di lavoro, l’opposizione inesistente e financo sulle preghiere che stentano ad innalzarsi, attaccate come sono alla sabbia che, a modo suo, rende gloria al suo inventore.

Una mandria di buoi attraversa distrattamente la strada e altrettanto fanno gli asini che, coi carretti pieni di immondizie, giocano un ruolo ecologico di primo piano nella città di Niamey. Non sono da meno i dromedari che attraversano le rotonde della città con la stessa disinvoltura con la quale passerebbero le dune del Sahara. Sono distratti i motociclisti che, mentre guidano, rispondono alla chiamata del cellulare e dimenticano il casco, la patente di guida e soprattutto non hanno rinnovato l’assicurazione. Evitano pertanto le zone dove sanno di trovare i vigili assetati di verbali o fittizi arrangiamenti monetari specie sotto le feste. Occasionalmente passano cavalli al trotto, alcuni cani che si piazzano non lontano dai venditori di spiedini e che fingono di dormire tra un cliente e l’altro e i camion dei militari che vanno al fronte. L’ambulanza si sente da lontano e nessuno si muove per distrazione finché il suono della sirena non si farà assordante e inevitabile. Persino la democrazia del Paese, sconcertata dalle elezioni e dalle inutili promesse presidenziali, si è fatta da parte e attende distrattamente tempi migliori che forse verranno un giorno.

Per distrazione si migra su strade sbagliate e si prendono cammini imprevisti che, dopo un lungo viaggio, portano là dove si era partiti un giorno. Si tradisce per una lieve distrazione di un momento e ci si scusa prima di ricominciare. Ancora recentemente i responsabili religiosi musulmani della capitale affermavano con tristezza che solo il venti per cento dei matrimoni, celebrati con fasto in città, reggono oltre i tre mesi. A chi imputare questa erosione matrimoniale se non a momenti di distrazione che hanno accompagnato il prima, durante e il dopo del matrimonio.

I risultati degli esami finali della scuola primaria e secondaria del Paese sono stati uno sfacelo mai registrato prima: a chi se non alla distrazione addebitare l’incredibile disfatta? All’università statale gli anni accademici sono senza fine e per lo stesso motivo, la distrazione, gli intellettuali organici si sono accontentati di diventare Consiglieri della Presidenza della Repubblica o Incaricati di Missioni di cui nessuno conosce la destinazione e l’obiettivo. Solo per distrazione le Agenzie Umanitarie operano sul terreno per decenni e fanno in modo che i poveri rimangano tali. E’ proprio grazie alla distrazione, infine, che si resiste alla tentazione di credersi i padroni del mondo e della storia.