Economia

Uragano Usa, ferme piattaforme e raffinerie nel golfo del Messico. Taglio produttivo di 1,5 milioni di barili al giorno

Le compagnie petrolifere che operano nell'area stanno chiudendo gli impianti in mare e rallentando l'attività delle raffinerie. Probabile un impatto sui prezzi del greggio, incertezza sulla durata degli stop

Gli Stati Uniti trattengono il fiato per l’arrivo dell’uragano Ida che, a ore, dovrebbe toccare terra nell’area di New Orleans, 16 anni dopo “Katrina” che nel 2015 provocò oltre 1.800 vittime. L’uragano è classificato di categoria 4 con venti da 150 miglia/h (240 km/ora), a un passo dal livello 5 che scatta con venti sopra le 157 miglia. La prima preoccupazione è naturalmente per l’incolumità delle persone ma le acque prospicenti la Louisiana sono anche puntellate di piattaforme petrolifere. Il golfo del Messico è infatti una zona particolarmente ricca di greggio. Molti gli impianti che stanno fermando l’attività in attesa che l’uragano passi. L’uragano avrebbe toccato terra nei pressi di Port Fourchon, importante hub per l’industria petrolifera statunitense, da cui transitano circa il 18% delle forniture per il paese. Preoccupazione anche per le possibili fuoriuscite di greggio.

Il colosso anglo olandese Royal Dutch Shell ha bloccato 7 impianti (Turritella, Mars, Olympus, Appomattox, Ursa, Auger, Enchilada) per una capacità estrattiva complessiva di oltre 560mila barili/giorno. Le piattaforme fermate da British Petroleum (che qui gestiva la piattaforma Deepwater Horizon esplosa nel 2010,ndr) sono invece 4 (Atlantis, Mad Dog, Na Kika, Thunder Horse) che insieme “pompano” ogni giorno 680mila barili. L’australiana BHP ha chiuso temporaneamente le “Sehnzi” (100mila barili al giorno), Chevron ha interrotto tutte le sue attività nell’area rinunciando ogni giorno a 186mila barili. Exxon Mobil ha evacuato il personale della piattaforma Hoover ma con impatti sulla produzione definiti limitati. In tutto verranno quindi a mancare circa 1,5 milioni di barili al giorno su un consumo globale che è di circa 90 milioni. Una perdita non drammatica, specie se sarà limitata nel tempo, ma che verosimilmente produrrà ripercussioni sui prezzi del greggio alla riapertura di domani dei mercati.

Maggiori problemi per gli approvvigionamenti dell’area potrebbero derivare dallo stop alle raffinerie presenti sulla costa o nelle aree interessate dal passaggio dell’uragano. L’attività è stata bloccata, o significativamente ridotta, nell’impianto di Baton Rouge di Exxon Mobil, a Norco (raffineria della Shell) e si stanno fermando anche le raffinerie a Meraux e Garyville