Economia & Lobby

Afghanistan e non solo, il reddito universale potrebbe favorire la solidarietà tra popoli

di Francesco Spada

La popolazione afghana sta vivendo momenti di terrore. Sicuramente ci saranno rappresaglie dei talebani verso alcuni tra coloro che sono considerati collaborazionisti dei governi occidentali, oltre che condizioni di vita raccapriccianti, nel prossimo futuro, per tutti coloro che non riusciranno a fuggire. Questo porterà a una immigrazione di massa, che dovrà essere gestita, in qualche modo, a livello globale.

Ovviamente le reazioni sono contrastanti: ci sono quelli che hanno qualcosa, e quindi hanno tendenze umanitarie, perché accogliere della povera gente non costerà loro nulla, se non vedere qualche straniero in più nel proprio territorio; poi ci sono quelli che, in casa propria, già si sentono discriminati e dimenticati, e che quindi, nemmeno per cattiveria, ma per sopravvivenza, si rifiutano di accogliere, perché pensano che avranno meno risorse per le loro difficoltà. Questa seconda schiera di persone è lusingata dalla destra che, per ottenere voti, cavalca il bisogno di sicurezza economica e sociale di ognuno di noi, attecchendo dove tali sicurezze non esistono.

Intanto, Matteo Renzi e Matteo Salvini continuano ad attaccare il reddito di cittadinanza, chiedendone l’abolizione, mentre in Scozia si tiene il 22° congresso mondiale sul reddito universale, il che dimostra che si tratta di un tema globale e non di una scabrosa invenzione dei 5 Stelle.

Ci sono sperimentazioni sul reddito in tutto il mondo, dal Canada agli Usa, dalla Scozia alla Corea del Sud, e nessuna di queste dimostra che un reddito universale comporti l'”effetto divano” di cui alcuni parlano, ma anzi, dare maggiore fiducia alle persone le spinge anche a rischiare maggiormente nella creazione di una propria attività.

Ora, immagino un paese coraggioso, che dopo un confronto serio e non ideologico tra tutte le forze sia in grado di redistribuire la propria ricchezza, con solidarietà, ricompattando socialmente il popolo e non permettendo che alcuno si senta discriminato e dimenticato. Un paese che, in modo maturo, perché guidato da persone mature, superi inutili divisioni in ragione della comunità e di una equità sociale che renderebbe tutti meno rudi, aggressivi, arrabbiati.

In un paese del genere, forse in un mondo del genere, si avrebbe più spazio per l’umanità, per la condivisione, per la solidarietà. In un paese e in un mondo del genere, la gente povera, perseguitata, affamata, avrebbe maggiore accoglienza, e non ci sarebbero quelli che, alimentando la guerra tra poveri, costruiscono i propri successi e le proprie ricchezze.

Il reddito universale è uno strumento su cui bisogna dialogare, senza preconcetti e con serietà. Sarebbe un enorme passo a favore dell’unità di una nazione e a favore della solidarietà tra popoli. Essere ideologicamente contrari, senza ragionare sulle possibili soluzioni, è da ottusi oltre che da persone che non sono in grado di vedere oltre il domani e oltre i propri spiccioli interessi economici e di potere.

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