Politica

Green pass, il governo del Migliore sta facendo venire più di qualche dubbio

di Monica Valendino

Il governo del Migliore sta facendo venire più di qualche dubbio su vari temi (ambiente, giustizia, scuola), ma essendo l’emergenza sanitaria ancora prioritaria è qui che il Prescelto sembra dare il meglio. Il green pass che sta entrando in vigore in queste ore per bar, ristoranti, eventi, musei non risolve nulla a livello di contagio, ma in compenso sta già suscitando dubbi.

Un paio di esempi: al bar al banco si può entrare senza “passaporto”, al tavolo dove si è più distanziati no. Fuori da un locale largo agli assembramenti, dentro no. E siccome nelle città i sindaci hanno regalato spazi per favorire la ripresa delle attività ai ristoranti, ecco che nella bella stagione chi se ne importa se non ho il famigerato pass, tanto il più dei posti è all’aperto. La chicca viene dai trasporti pubblici: quelli locali (notoriamente uno dei punti critici per il contagio) sono liberi, quelli a lunga percorrenza (dove basterebbe limitare la capienza e aumentare le corse), no: geniale. Sulla scuola perfino il professor Matteo Bassetti ha ammesso che era meglio la tanto criticata ministra Lucia Azzolina. Nell’immobilismo sui trasporti, le aule, il numero di docenti, si è pensato a imporre il vaccino a questi ultimi che sono il 20% della popolazione scolastica. Impeccabile.

Trascurando tutto questo, il vero dubbio nasce leggendo le previsione del prestigioso istituto Ihme (Institute for health metrics and evaluation) che finora (come il professor Crisanti) ha sbagliato di pochissimo i suoi calcoli previsionali. E sbriciando il futuro prossimo in Italia, ci si accorge che i conti non tornano. Ammettendo uno scostamento nei picchi al ribasso, ammettendo uno scostamento temporale di qualche settimana, in autunno possono esserci volatili per diabetici (come direbbe il dottor Oronzo Canà). E questo perché il Migliore, tra un monito di morte ai non vaccinati e l’altro, si dimentica di spiegare alcune cose al suo popolo.

Uno: i vaccinati possono diventare positivi, veicolare il contagio e in tre/quattro casi su dieci anche ammalarsi gravemente, l’ultimo caso noto quello di Guido Crosetto, due dosi di vaccino e salvo grazie alle monoclonali di cui nessuno parla più. Due: senza distanziamento, come ha insegnato a inizio secolo il dottor Carlo Urbani, non c’è vaccino che tenga, specie se si continua a far finta di nulla. Perché la matematica non è un’opinione: se con i distanziamenti ma senza vaccini l’anno scorso si è arrivati a un milione di casi accertati in un mese (che sono andati a occupare quasi il 50% delle terapie intensive disponibili), oggi col “liberi tutti” voluto dal Governissimo si arriverà facilmente a 6 milioni di casi, per cui ecco spiegato il grafico previsionale. e il suo drammatico impatto sugli ospedali.

Se poi ci mettiamo la ciliegina sulla torta, ovvero che il leghista Massimiliano Fedriga, oggi a capo delle Regioni, ha chiesto e ottenuto che il parametro unico per valutare il colore di una zona siano gli ospedalizzati, ecco che la tempesta perfetta è all’orizzonte. Perché questi arrivano solo dopo settimane dal contagio e dalla sua amplificazione, senza contare che oggi molti nosocomi tendono a rimandare a casa i pazienti anche con ossigenazione compromessa, a meno che non scenda sotto valori limite. Insomma l’ospedale spesso arriva tardi e se questo è il metro per decidere quando e se chiudere allora siamo messi bene.

Ma il Migliore sembra non preoccuparsene. Avanti dritto per una strada che non mette d’accordo nessuno, mentre viene inneggiato dai giornali riuniti come esempio per il mondo. Non rimane che incrociare le dita e che i calcoli previsionali siano sballati. Altrimenti qualcuno dovrà dare spiegazioni, e forse anche dimissioni (ma siamo in Italia: qui si chiede davvero troppo).

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