Giustizia & Impunità

Riforma Cartabia, la sua approvazione sarà la rivincita di Tangentopoli

di Gionata Borin

L’approvazione della Riforma Cartabia sarà la rivincita di Tangentopoli. Il potere politico, dopo 30 anni, riuscirà a rendere di fatto meno stringente il controllo di legalità su di sé, grazie all’improcedibilità in Appello e Cassazione che azzererà una buona fetta di processi, tra cui quelli per i reati contro la Pa: concussione, peculato, bancarotta e ancora più grave il riciclaggio e la corruzione, gli strumenti privilegiati da parte delle mafie, per penetrare e inquinare l’economia legale e le istituzioni dal suo interno.

Una riforma, questa, che l’Europa non ha mai richiesto all’Italia per ottenere la prima tranche dei 209 miliardi del Recovery. L’Ue ci chiedeva in primis la velocizzazione dei processi in sede civile e, caso mai, stando al rapporto annuale della Commissione Ue sullo stato del sistema giustizia dei vari Paesi membri, di aumentare la pianta organica. Ha scritto di fatti, nella sua recente relazione, il commissario Didier Reynders di essere “veramente preoccupato delle risorse umane del sistema giudiziario italiano, perché in Italia il numero dei giudici è uno dei più bassi d’Europa”.

Quindi, ricapitolando, l’Ue non ha mai chiesto di azzerare i processi. Questo scempio della giustizia sarà reso possibile anche grazie al momento di crisi che sta vivendo la magistratura, in una delle sue fasi storiche in cui vede il proprio indice di popolarità più basso a causa di se stessa ma anche della politica, la quale ha contribuito in modo decisivo a far incancrenire il sistema clientelare-correntizio che ha dominato (e domina?) le nomine dei vari procuratori.

Così, in alcuni processi importanti e complessi, le vittime rischieranno probabilmente di non ottenere giustizia e, quando questo succederà a causa della dichiarazione d’improcedibilità, i mass media crocifiggeranno il magistrato di turno, additando il malcapitato come il principale responsabile di tale ingiustizia, anziché puntare il dito contro una legge vergognosa voluta da una ministra che, come ha sostenuto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, probabilmente non ha mai frequentato l’aula di un tribunale. Sì, il combinato disposto tra la mannaia della riforma Cartabia e la complicità di una certa disinformazione servile rappresenteranno la rivincita del sistema “Tangentopoli e Mafiopoli” sui cittadini onesti.

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