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M5s, Cominardi: “Renzi e referendum contro reddito cittadinanza? Sono incazzato nero. Si confronti con me invece di sfidare Ferragni”

Renzi e la sua proposta di referendum per abolire il reddito di cittadinanza? Sono incazzato nero, perché ci ho lasciato mezzo fegato su questa misura, essendo stato sottosegretario al Lavoro. E abbiamo dovuto superare tanti ostacoli e tante difficoltà”. Così, ai microfoni de “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus), si pronuncia il deputato del M5s, Claudio Cominardi, che non risparmia staffilate al leader di Italia Viva: “Io mi chiedo: i referendum solitamente non si propongono per implementare dei diritti nella società? Questo è l’unico leader politico che propone un referendum per togliere dei diritti. Ma Renzi è per tutti gli italiani o solo per quelli di un certo ceto sociale? Oppure ha già preso la cittadinanza in Arabia Saudita? È comodo ragionare come lui in questi termini sul reddito di cittadinanza quando si ha la pancia piena. Ma poi Renzi sfida tutti, ultimamente ha sfidato persino Chiara Ferragni per confrontarsi con lei in un dibattito pubblico. Lo sfido io. Mi sono occupato io di quel provvedimento: parliamoci stando sui temi. Un confronto pubblico tra noi due sarebbe interessante ”.

Il parlamentare del M5s poi spiega: “Oltre due milioni di persone oggi grazie al reddito di cittadinanza riescono tutti i giorni a mettere insieme il pranzo con la cena. Ricordo ancora che il reddito di cittadinanza va speso quasi integralmente durante il mese di erogazione. Tra i percettori, circa un milione sono minori e anziani, che percepiscono pensioni così basse da non arrivare alla soglia di povertà. In più, circa 500mila persone – continua – hanno avuto la possibilità di avere almeno un contratto di lavoro. È vero, molti di questi contratti sono stati a termine, ma stiamo parlando di persone spesso ai margini della società, persone non automunite e senza titolo di studio, disoccupati di lunga durata che hanno però avuto almeno l’opportunità di riaffacciarsi al mondo del lavoro. Sono dati incredibili, ma certamente dobbiamo migliorare quello che non va. Io però sono entusiasta dei risultati che stiamo ottenendo”.

Circa la narrazione divulgata dai detrattori sui percettori ‘fannulloni che stanno sul divano’, Cominardi è tranchant: “C’è perché da parte di talune persone esiste l’odio sociale nei confronti degli ultimi e dei poveri. E soprattutto perché queste misure sono state introdotte dal M5s. Bisognerebbe fare uno studio antropologico in questo senso, perché anche io umanamente non riesco a capacitarmi di tutto questo odio sociale. Tra l’altro, è una misura che esiste in tutta Europa ed era la Ue che ce lo chiedeva con varie raccomandazioni. Devo dire, invece, che ho apprezzato molto il ministro Andrea Orlando che questa misura l’ha difesa, dicendo che alcune parti possono essere migliorate- prosegue – E su questo concordo con lui, la perfezione non esiste. È una baggianata quella secondo cui non si trovano lavoratori per colpa del reddito di cittadinanza, perché vorrei ricordare che abbiamo 350mila percettori che sono ‘working poor’, cioè lavoratori che guadagnano talmente poco che stanno sotto la soglia di povertà. E quindi il loro reddito deve essere integrato con il reddito di cittadinanza. Si può trovare un periodo ponte in cui, quando il percettore di reddito trova un’occupazione, per i primi mesi può cumulare il reddito di cittadinanza e quello da lavoro. Ma solo per i primi mesi. Questa è una proposta interessante che mi pare sia sotto il vaglio del ministro Orlando”.

Riguardo alla posizione di Mario Draghi, il deputato osserva: “Sinceramente non so cosa pensa del reddito di cittadinanza. Forse non si vuole sbilanciare perché si è fatta una narrazione nel Paese davvero ingiusta e ingrata. E quindi magari, anche se è favorevole, preferisce non esprimersi. Essendo stato presidente della Bce ed essendosi confrontato coi commissari europei, sono sicuro che conosca quali sono le misure attuate in Europa in questo senso. Non penso, allora, che Draghi possa essere contrario, ma magari può avere delle proposte per migliorarlo. Del resto, tutto è migliorabile. Io sono convinto – conclude – che reddito di cittadinanza e salario minimo debbano andare a braccetto. I salari in Italia sono troppo bassi, i sindacati hanno un ruolo centrale nella contrattazione collettiva dei minimi tabellari, ma non bastano. Abbiamo dei contratti collettivi talmente ingiusti nei confronti dei lavoratori che fanno diventare i lavoratori dei ‘working poor’. Questo non va assolutamente bene. Persino Biden ha invocato uno stipendio maggiore per i lavoratori. A mio parere, visto che se ne discute in tutto il mondo, dovremmo rendere più universale il reddito di cittadinanza”.