Calcio

Nicolò Barella ‘gioca’ Italia-Spagna: “La sfida si risolve a centrocampo, il nostro è tra i più forti. Vogliamo festeggiare per Spinazzola”

L'azzurro parla a due giorni dalla semifinale: "Abbiamo fatto un lavoro importante, penso che la forza di questa squadra sia il gruppo. Siamo simili alla Spagna per qualità di gioco, sarà una partita difficile in uno stadio spettacolare". E su Mancini: "Ci ha inculcato una mentalità vincente e vogliamo tenere sempre il pallino del gioco"

Tutti titolari, il centrocampo dei suoi sogni e un altro fortissimo di fronte, Leonardo Spinazzola un motivo in più per vincere. Nicolò Barella parla a due giorni da Italia-Spagna, semifinale di Euro 2020. E il centrale che con Jorginho e Verratti forma la spina dorsale del gioco dell’Italia di Roberto Mancini va dritto al punto, senza girarci troppo attorno: “Abbiamo fatto un lavoro importante, penso che la forza di questa squadra sia il gruppo. C’è unità di intenti, è quello che ci ha portato fin qua e che cercheremo di portare avanti fino alla fine”.

Tradotto: gli azzurri sono consapevoli che contro la Spagna si può giocare a viso aperto. Insomma, a Wembleydove arbitra il tedesco Felix Brych – sarà battaglia. E dai suoi piedi – come da quelli dei compagni di reparto – dipenderanno gli equilibri della sfida: “Il centrocampo è il reparto da cui passa un po’ di più il gioco – ha aggiunto – Jorginho e Verratti sono due fenomeni, fanno girare tutta la squadra. Io cerco di pensare un po’ di più all’inserimento”. E su Jorginho aggiunge: “Non sbaglia mai, lo fa raramente, è difficile dire che poteva fare meglio o in un altro modo. Ognuno fa il suo gioco, si può sempre far meglio o peggio ma il calcio è così: Jorginho raramente fa male o peggio”. Ma “parlare solo di noi tre sarebbe irrispettoso”, precisa.

Eppure lì nel mezzo – dove la Spagna schiera Busquets, Pedri e Koke – si risolverà la partita, secondo il calciatore dell’Inter: “Siamo simili alla Spagna per qualità di gioco, sarà una partita difficile in uno stadio spettacolare”. Anche perché Mancini, racconta Barella, “ci ha inculcato una mentalità vincente e vogliamo tenere sempre il pallino del gioco”, proprio una delle attitudini che ha reso famosa la Spagna nell’ultimo decennio.

A Londra non ci sarà Spinazzola, che nel finale dei quarti contro il Belgio ha riportato la rottura del tendine d’Achille: “Il suo infortunio è stato un brutto colpo, l’unica cosa che possiamo fare è renderlo orgoglioso”, dice. “È stato strano, non festeggiare perché è successo qualcosa al tuo compagno, un protagonista, è stato difficile. È stato il primo gol per il quale non ho esultato a fine partita. Il calcio dà tanto, ci toglie tanto, purtroppo è il nostro lavoro, la nostra passione. Non possiamo far altro che renderlo orgoglioso in altri modi e festeggiare per lui”.

L’Italia è tra le squadre più celebrate della rassegna continentale, anche dai media esteri come dimostra la prima pagina de L’Equipe che ha titolato ‘Lezione d’italiano’ dopo il 2-1 al Belgio: “È bello ricevere tanti complimenti. Facciamo un lavoro importante per la squadra, il fulcro di tutto è il gruppo, la forza d’intenti comune. È quello che cercheremo di portare fino alla fine della competizione e negli anni”. La Spagna di Luis Enrique è avvisata.