Diritti

Ddl Zan, Fico: “Arrivare a risultato condiviso per tutelare chi è vittima di discriminazione. I diritti non siano oggetto di contesa tra fazioni”

Il presidente della Camera in occasione del Pride di Napoli: "La storia ci insegna quanto l’odio e la paura per il diverso siano sempre alla radice delle peggiori degenerazioni dell’umanità. Di fronte a tutto questo c'è un’unica, irrinunciabile, scelta di campo: contrastare, in ogni circostanza, violenza, intolleranza, negazione dell’altro"

Mentre continua l’ostruzionismo del centrodestra in Senato e dopo che, solo ieri, Italia viva si è unita al coro di chi vuole modificare (e affossare) il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia, oggi a parlare è stato il presidente della Camera Roberto Fico. “E’ necessario intensificare l’azione di contrasto ai pregiudizi sociali e promuovere i diritti civili delle persone Lgbti”, ha scritto su Instagram. “Un contributo in questa direzione può essere fornito dalla proposta di legge, già approvata in prima lettura alla Camera e ora all’esame del Senato, per il contrasto dell’omofobia. Un provvedimento che interviene su questioni di grande rilevanza e delicatezza. E intorno al quale c’è un grande dibattito pubblico. L’auspicio è quello di arrivare presto a un risultato condiviso, tutelando chi è vittima di discriminazione”.

Fico ha anche parlato del Pride organizzato oggi a Napoli e che ha “riempito di colori” la città “a distanza esattamente di venticinque anni dal primo Pride nazionale che si svolse in città”. “Ieri come oggi è necessario intensificare l’azione di contrasto ai pregiudizi sociali e promuovere i diritti civili delle persone Lgbti“, ha detto ancora. “Dobbiamo infatti prendere atto che nonostante i passi in avanti compiuti negli ultimi anni persistono nei confronti delle persone Lgbti preconcetti diffusi, discriminazioni e fenomeni di odio intollerabili”.

Il presidente della Camera, senza mai entrare nel merito del dibattito politico, ha però ribadito l’importanza di tutelare i diritti di tutti. “I diritti della persona non possono essere oggetto di una contesa tra fazioni contrapposte, in quanto parte integrante, per loro stessa natura, del perimetro fisiologico della democrazia”, ha detto. E ancora: “Negare quei diritti per pregiudizio e intolleranza, o in nome di una diversa visione morale è qualcosa che fa vacillare, sin nelle sue fondamenta, lo Stato di diritto, le sue ragioni di giustizia e di eguaglianza civile; soprattutto umilia e vanifica le lotte civili che sono state faticosamente compiute per riscattare l’individuo da soprusi e discriminazioni di ogni forma e natura”. E, si legge ancora: “Dobbiamo sentirci tutti parte di una comunità la cui unica vera priorità è quella di convivere in una società realmente inclusiva e coesa, in cui sia garantito a ciascuno il proprio spazio, il diritto di essere sé stesso e di operare le proprie scelte, senza per questo essere additato, deriso o emarginato”, ha scritto Fico. E proprio la proposta di legge Zan “può fornire un contributo in questa direzione”. E ha chiuso: “La storia ci insegna quanto l’odio e la paura per il diverso siano sempre alla radice delle peggiori degenerazioni dell’umanità. Di fronte a tutto questo c’è un’unica, irrinunciabile, scelta di campo: contrastare, in ogni circostanza, violenza, intolleranza, negazione dell’altro”.

Il percorso del ddl Zan in Parlamento resta in salita. Ieri Italia viva, che alla Camera aveva votato a favore del testo, si è messa di traverso e ritirato fuori dal cassetto il ddl Scalfarotto che parlava semplicemente di omofobia e transfobia senza punire le discriminazioni sulla base dell’”identità di genere”. Un testo che, ricorda oggi il capogruppo Iv al Senato Davide Faraone, aveva anche la firma di Alessandro Zan. Ma è proprio Zan a replicare: “L”identità di genere’ è già presente nel nostro ordinamento, tutelato da sentenze costituzionali e trattati internazionali come diritto fondamentale della persona. Toglierlo significherebbe rendere il ddl Zan una norma discriminatoria”, ha ribattuto con il sostegno del Pd e di M5s che puntano ad approvare lo stesso testo già passato a Montecitorio. L’altro emendamento sembra ammiccare alle obiezioni della Santa Sede nella nota verbale perché ribadisce il rispetto “dell’autonomia scolastica” a proposito delle iniziative contro l’omofobia da svolgere nelle scuole. Ma la reazione del Pd è identica: il testo non si tocca perché così, ha obiettato Laura Boldrini, “si vuole solo svuotare” il ddl Zan. Iv nega intenzioni di restringere le tutele, piuttosto di voler trovare un testo di maggioranza condiviso e “poi – ha detto Faraone – chiediamo insieme al governo di mettere la fiducia alla Camera, così la legge è in sicurezza”. Ma la proposta di mediazione non sembra per ora fare breccia neanche nel centrodestra. Certo il leader della Lega Matteo Salvini definisce “interessanti” le proposte di Iv ma, spiegano dal Carroccio, se alcuni emendamenti sono condivisibili, altri sono diversi dalla proposta del centrodestra, su cui terranno il punto. Intanto martedì si attende a Palazzo Madama il voto, palese, sulla calendarizzazione per poi votare il ddl Zan in Aula dal 13. Sulla calendarizzazione in Aula Italia viva, a quanto si apprende, voterà comunque a favore mentre dal 13, spiegano dai dem, con molti voti a scrutinio segreto “tutto è possibile”. E i numeri dell’ex maggioranza giallorossa sono ormai ufficialmente a rischio.