Società

Vaccini, sospendere la validità legale del brevetto è davvero una buona idea?

Si parla molto, anche su questo giornale, dell’ipotesi di sospendere il valore legale dei brevetti sui vaccini contro il Covid-19, in modo da permettere l’allargamento della loro produzione. Ovviamente questo richiederebbe una azione legislativa, cioè politica, degli stati. L’idea ha un indubbio valore propagandistico: chi la sostiene invoca un superiore imperativo morale e veste i panni dell’eroe che protegge la popolazione anziana e indifesa.

Sotto sotto i proponenti sperano di guadagnare voti per sé e per il loro partito, specialmente se in passato il partito ha fatto campagne contro big pharma, e a volte, paradossalmente, contro gli stessi vaccini. Una propaganda basata su questo tipo di attacchi ha successo: a una quota dell’elettorato piace pensare che i ricchi come big pharma siano anche cattivi, e meritino di essere puniti. Si sono o non si sono arricchiti durante l’epidemia?

A un esame meno superficiale l’ipotesi di sospendere il valore legale dei brevetti appare alquanto ingenua, scarsamente utile e probabilmente controproducente, per vari motivi, dei quali proverò ad elencare i principali.

1. Non è necessario sospendere la validità del brevetto, basta comprare il diritto di produzione, che la ditta probabilmente è disposta a cedere in quanto sta già producendo alla massima velocità consentita dalle strutture di cui dispone. Questo metodo è poco eroico e probabilmente poco remunerativo politicamente: altri soldi a big pharma! Però eviterebbe le certe conseguenze legali di un atto di forza dei governi nei confronti delle industrie. Poiché il vaccino contro il Covid è un prodotto che ha una vita commerciale intrinsecamente limitata a causa dell’emergere di varianti virali, la ditta può avere interesse a vendere il diritto di produzione;

2. I vaccini contro il Covid sono vaccini ad alta tecnologia ed è dubbio che esistano molti stabilimenti industriali in grado di produrli senza grandi investimenti strutturali, che oltre ai soldi (necessariamente pubblici) richiedono tempo;

3. In ogni caso, almeno in Italia non sarebbe lo Stato a produrre i vaccini: il diritto di produzione acquistato dallo Stato andrebbe trasferito ad altre industrie farmaceutiche, che sarebbero avvantaggiate dalla cessione dei diritti di produzione. Altre questioni legali in vista, e nessuna possibilità di avere un vaccino totalmente “pubblico”.

4. I vaccini non costano molto (AstraZeneca/VaxZevria meno di due euro per dose, cioè meno di quello che il cittadino spende di autobus per raggiungere il centro di vaccinazione). Lo scopo della sospensione del brevetto sarebbe quindi quello di produrre più rapidamente un maggior numero di dosi, non di abbassare i costi, che probabilmente invece salirebbero per gli investimenti necessari. Ma anche aumentare rapidamente la produzione non è un obiettivo facile da raggiungere, per gli argomenti indicati sopra;

5. Un vantaggio sarebbe forse visibile in alcuni Paesi dell’estremo oriente, che hanno popolazioni numerose e capacità produttiva (India, Cina), e soffrono di un ritmo di acquisizione dei vaccini troppo lento. In questi Paesi però il problema cruciale da risolvere è quello logistico: raggiungere la popolazione che vive al di fuori della aree urbane meglio collegate tra loro. Nei Paesi poveri, oltre al problema logistico, mancherebbe anche la capacità produttiva. In questi casi è meglio che sia una organizzazione internazionale a finanziare le campagne di vaccinazione, nell’interesse di tutti, perché spegnere i focolai epidemici non è un interesse locale ma globale;

6. Il messaggio di una eventuale sospensione del brevetto potrebbe avere effetti disastrosi per il futuro: le ditte potrebbero decidere di disinvestire dal settore, lasciandoci scoperti alla prossima epidemia, o di aumentare i prezzi dei vaccini prodotti, per compensare le spese e accumulare profitti il più rapidamente possibile prima che il brevetto venga sospeso.

In linea di massima ci sono due regole logiche da seguire: ogni opzione politica ha costi, oltre che benefici, e spesso i costi superano i benefici (come dicono gli americani: non esiste un pasto gratis); e nessun problema complesso ha una soluzione semplice. L’idea di sospendere la validità legale dei brevetti le viola entrambe.