Capitoli

  1. Lo Scaffale dei Libri, la nostra rubrica settimanale: diamo i voti a Italian Life di Tim Parks, Maschi e Murmaski di Chiara Bongiovanni, Splendi come vita di Maria Grazia Calandrone
  2. Maschi e murmaski
  3. Splendi come vita
Cultura

Maschi e murmaski - 2/3

C’è un buffo e delizioso crocicchio letterario dove si mescolano l’ironia leggera di Daniel Pennac, la profonda sagacia di Muriel Barbery, gli echi eccentrici parigini alla Mondo di Amélie. S’intitola Maschi e murmaski (Feltrinelli) e l’autrice è un’italiana, all’opera prima, Chiara Bongiovanni. Protagonista del rocambolesco racconto è la stravagante Babette, animalista e libraia, che assieme al collega gay Mathias ordina volumi e scaffali nell’originale e anticonvenzionale libreria Claudine et les chats dell’elegante e attempata Madame Albertine, in una specie di nord est cittadino parigino (almeno attorno al Pere Lachaise, intuiamo). Guarda caso, pennacchianamente, un ragazzo misterioso detto l’Orco, che arriva puntuale ogni giovedì nello studiolo privato di Madame, diventa oggetto del desiderio sia di Babette che di Mathias. Solo che mentre Babette si dedica anima e corpo alle battaglie antivivisezioniste, raccoglie firme, organizza blitz di liberazione animale (dei murmaski), e accudisce un riccio in un cassetto dell’armadio; l’Orco, poi Simon, è una sorta di biologo da laboratorio, parecchio incline al cieco scientismo. L’amore scatterà o non scatterà? Ma soprattutto la libreria di Madame Albertine con quali quattrini potrà essere salvata? Tre atti e un epilogo che respirano forse più spiritualmente da commedia teatrale, una trasferta che sa di favola e di macachi verso la placida Dordogna, citazioni alte che si mescolano elegantemente nel testo disteso nel comico botta e risposta fiume dei personaggi (ci dica l’autrice se i “rivoluzionari quadrumani” è tratto da Giuliano Scabia, nel caso chapeau), Maschi e murmaski potrebbe figurare ad uno sguardo superficiale il ciurlare nel manico delle stereotipizzazioni facili (si veda il gay spiritosamente cinico), ma in realtà ha una sua gustosa densità narrativa ed un’energia immaginifica da vendere. Esilaranti le due pagine descrittive con i regali mai aperti che non osi mai buttare via e i libri iniziati e mai finiti (su il Trattato di funambolismo ridiamo per ore). Infine lodevole il tentativo di non buttarla in vacca su un tema serio e complesso come l’animalismo. Voto (animalesco): 7