Cronaca

Identificata la bambina salvata nel 1944 da un soldato inglese: 77 anni dopo i discendenti potranno incontrarsi

Tutti i protagonisti di quella storia non ci sono più, oggi però i discendenti potranno incontrarsi: sembrano esserci tutti i personaggi della storia di Neda Tootoonchi, che lo scorso marzo aveva lanciato l'appello per trovare la bambina salvata dal nonno di suo marito Paul O' Neill

Ha un nome la bambina che nel 1944 è stata salvata da un soldato inglese. A marzo da Londra era partito un appello sui social lanciato da Neda Tootoonchi, fiorentina che da 20 anni si è trasferita in Inghilterra. La ragazza aveva rilanciato la storia del nonno di suo marito Paul O’ Neill, attore di cinema e di teatro, che aveva tratto in salvo una ragazzina durante la guerra. A distanza di poco più di un mese dall’inizio delle ricerche, sembra che la bambina in questione sia stata identificata. Il nonno si chiamava Harry Rodney ed è morto nel 2012 a 94 anni. Nel 1944 lui e altri soldati del Royal Scots trovarono una bambina sola, nascosta in una casa e affamata. I soldati riportarono la piccola dalla sua famiglia, ma prima decisero di rubare del cibo dal Naafy per portarlo ai parenti della ritrovata bambina che per gratitudine offrirono una cena per tutti. Gesto tutt’altro che convenzionale durante il conflitto mondiale.

È stato Aldo Giovannini, appassionato di storia del Mugello, a pubblicare il risultato della sua ricerca sul sito Ok!mugello.it, come riportato anche dal quotidiano fiorentino La Nazione. Il suo amico Paolo Innocenti, per tanti anni titolare dell’antico panificio sotto la Torre dell’Orologio, ha riconosciuto nella foto la suocera Bruna Ignesti Crescioli, sua moglie Gabriella, una delle bambine, con la sorellina Luisa. Tutte e tre sono decedute, la prima nel 1996, la seconda nel 2006 e la terza nel 2010. Ma i loro parenti potranno parlarsi: ora Tootoonchi e il marito sono stati avvisati dal Comune di Borgo San Lorenzo e presto contatteranno la famiglia per verificare la storia. La ragazza fiorentina ci ha tenuto a ringraziare anche Matteo Incerti, il giornalista reggiano che ha fatto da tramite e che a dicembre aveva fatto ritrovare e incontrare virtualmente il soldato americano Martin Adler, che ha da poco compiuto 97 anni, e i tre ‘bambini’ incontrati durante la Seconda Guerra Mondiale, nel Bolognese, ancora in vita.