Cronaca

Vaccini, l’allarme del Lazio: “Se non arrivano altre fiale entro 24 ore, costretti a fermarci”. Attese 1,3 milioni di dosi da Astrazeneca

L'assessore alla Sanità della Regione, Alessio D'Amato, avverte che senza i "122mila vaccini di Astrazeneca previsti", le iniezioni dovranno essere temporaneamente sospese. Il motivo è che in quasi tutta Italia è stato utilizzato oltre il 90% delle fiale disponibili. Il commissario all'emergenza Figliuolo assicura però che "tra oggi e domani" arriverà il nuovo carico della casa anglo-svedese. In consegna oggi anche 500mila dosi di Moderna

L’allarme è partito dall’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato, ma riguarda anche altre Regioni: “Se nelle prossime 24 ore non arrivano i 122mila vaccini di Astrazeneca previsti, siamo costretti nostro malgrado a sospendere le vaccinazioni“. A livello nazionale, infatti, secondo gli ultimi dati è stato somministrato il 90,7% delle dosi disponibili, con picchi del 98% in provincia di Bolzano e in Veneto. Il timore è che, con le iniezioni previste oggi, si possano esaurire tutte le scorte. “Mi auguro che tale sospensione venga scongiurata – aggiunge D’Amato -. Abbiamo messo in esercizio una macchina imponente che non deve fermarsi. Da ieri notte abbiamo aperto le prenotazioni anche per l’età 66 e 67 e sono già oltre 36mila i prenotati”. Rassicurazioni sono arrivate dal Commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, secondo cui tra “oggi e domani arriveranno oltre 1,3 milioni di dosi di Astrazeneca“. Il Commissario si trova a Cagliari per un sopralluogo nei due hub di vaccinazione, insieme al capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio. “Stiamo continuando nel nostro giro di verifica perché la macchina sia pronta quando a brevissimo avremo un’alta disponibilità di vaccini” ha aggiunto, ricordando che sono già arrivate oltre 500mila dosi di Moderna e ieri sono state consegnate oltre un milione di dosi Pfizer.

Le confezioni del composto a Rna messaggero di Moderna, infatti, sono arrivate nella tarda serata di ieri all’aeroporto di Roma Fiumicino e poi trasferite all’hub nazionale della Difesa a Pratica di Mare. Si tratta, sottolinea la struttura del Commissario per l’emergenza, del lotto numericamente più consistente finora arrivato dall’azienda americana, che porta il totale delle dosi consegnate a marzo a circa 830 mila e ad oltre 1,3 milioni di quelle arrivate nel primo trimestre. Le fiale saranno consegnate alle Regioni entro la giornata di oggi e permetteranno di dare nuovo fiato alla campagna. Ai nastri di partenza c’è infatti l’avvio delle somministrazioni anche in farmacia, come previsto dal decreto Sostegni. Nel Lazio c’è già una data: “Noi dal 20 aprile inizieremo con le vaccinazioni nelle farmacie con Johnson&Johnson“, ha annunciato il governatore Nicola Zingaretti a Skytg24. L’ex segretario dem ha parlato di un “numero largo” di farmacie coinvolte. Si comincia, come spiegano dalla Regione, con la fascia d’età che va dai 60 ai 55 anni.

Al momento sono state immunizzate in Italia con due dosi oltre 3,1 milioni di persone, circa il 5% della popolazione. Quelle che hanno ricevuto una sola dose sono invece oltre 3,7 milioni, secondo i dati del ministero della Salute aggiornati al 31 marzo. Il totale delle persone vaccinate (parzialmente o totalmente) è di oltre 6,8 milioni, sopra il 10% della popolazione. Dati in linea con i principali Paesi europei, Gran Bretagna esclusa, alle prese con ritardi analoghi. Anzi l’Italia lunedì scorso, ad esempio, ha somministrato 395 dosi ogni 100 mila abitanti contro le 353 della Francia, le 351 della Spagna e le 340 della Germania (negli Usa invece 712, nel Regno Unito 597). Restano le discrepanze tra Regioni e il ritardo nella vaccinazione di over 70 e over 80, fasce d’età della stragrande maggioranza delle vittime. Tra i motivi anche che poche regioni usano AstraZeneca per gli over 80: ieri il Veneto ne ha somministrate oltre 2.800 dosi, le Marche poco più di 1.100, la Toscana 589, tutto il resto d’Italia appena 74. Un’accelerazione è attesa nelle prossime settimane, anche se le dosi di vaccini anti-Covid previste nel mese di aprile potrebbero essere insufficienti per raggiungere l’obiettivo del governo di mezzo milione di somministrazioni al giorno.