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Germania, il Koch Institut: “La terza ondata qui è già iniziata”. Con le prime riaperture, i contagi tornano a salire: 14mila nuovi casi

Il capo dell’istituto che monitora la pandemia a Berlino, Lothar Wieler, confida di essere "molto preoccupato" per l'andamento dei contagi e ai tedeschi dice: "Distanziamento e mascherine sono ancora necessari". Merkel e i Länder solo una settimana fa si erano accordati per un piano di allentamenti graduali, mentre le prime scuole hanno riaperto il 22 febbraio. Ora però il nuovo aumento dell'incidenza rischia di far saltare tutto

“Ci sono segnali chiari: la terza ondata della pandemia è già iniziata in Germania“. Il capo dell’istituto Robert Koch, Lothar Wieler, confida di essere “molto preoccupato” per l’andamento dei contagi e ai tedeschi dice: “Distanziamento e mascherine sono ancora necessari”. Dopo un lockdown duro cominciato a metà dicembre e prorogato fino al 28 marzo, a fine febbraio la cancelliera Angela Merkel e i Länder si sono accordati per un piano di allentamenti graduali delle restrizioni, cominciato con il ritorno parziale alla scuola in presenza (prima per asili ed elementari) e la riapertura dei parrucchieri. Ora però i contagi sono già tornati a salire: il Koch Institut segnala 14.356 nuovi positivi in ​​un giorno. Sono 2444 casi in più rispetto a giovedì di una settimana fa. Anche l’incidenza settimanale è aumentata a 69,1 casi ogni 100mila abitanti. Senza dimenticare altri 321 decessi in 24 ore.

Per Wieler, che ha parlato ai giornalisti dell’associazione delle Nazioni unite (Acanu) di Ginevra a un anno di distanza dal giorno in cui l’Oms dichiarò la pandemia, ha sottolineato quindi che anche in Germania sarà una primavera di cautela e con le restrizioni. L’obiettivo è arrivare all’autunno con l’80% della popolazione vaccinata: “A quel punto tutte le misure potrebbero essere revocate”, ha spiegato il capo dell’Rki. Misure che in Germania continuano a essere durissime ormai da tre mesi e che però hanno consentito di riabbassare la curva dei contagi, fino ad avere una media di 7mila casi al giorno, raggiunta a metà febbraio. In quei giorni si è cominciato a parlare di riaperture: prima le scuole e i parrucchieri, poi da lunedì 8 marzo i singoli Länder possono consentire la riapertura di musei, gallerie, giardini zoologici e botanici. Se l’incidenza resta sotto 100 casi ogni 100mila abitanti, via libera anche agli sport di squadra all’aperto per i bambini fino a 14 anni.

Proprio da metà febbraio, però, i contagi hanno cominciato lentamente a risalire. L’impennata è arrivata oggi: 14mila nuovi casi in un giorno non venivano registrati in Germania dallo scorso 28 gennaio. La cancelliera Merkel già l’11 febbraio aveva avvertito dei pericoli legati alle nuove varianti e anche per questo poi ha deciso la proroga del lockdown. Allo stesso tempo però ha dovuto cedere alle pressioni dei Länder e predisporre un piano di riaperture in 5 passaggi. Ancora prima, il 22 febbraio, in 10 Stati federali i primi alunni erano tornati in classe per le lezioni in presenza. Ad oggi gli asili e le scuole elementari sono aperti in tutta la Germania, con l’alternanza tra dad e presenza, ma anche molti istituti secondari hanno gradualmente riaperto, seppure in alcuni Länder sia ancora prevista la didattica a distanza integrale.

Dopo le scuole, i parrucchieri e a seguire altre attività. Il piano di riapertura però prevedeva i veri allentamenti a partire dal 22 marzo: da quel giorno, se l’incidenza dei contagi nel frattempo scenderà a 35 nuovi casi ogni 100mila abitanti, sarà possibile tornare a mangiare al ristorante all’aperto (con un test rapido negativo), fare shopping nei negozi e anche andare a teatro, al cinema o in palestra. Una prospettiva che ora però pare utopia: l’impennata di oggi ha fatto risalire l’incidenza a 69,1 e il trend è in aumento. Significa che in Germania è più plausibile lo scenario alternativo: l’accordo Merkel-Länder prevede infatti che con un’incidenza di 100 casi ogni 100mila abitanti si ritorni al lockdown duro, senza eccezioni.