Politica

Maneskin batte McKinsey. In attesa di “E”

Sul Corriere di domenica non c’è del tutto. Su La Repubblica, in prima pagina, bisogna scorrere tanto per trovarla. Su La Stampa c’è, ma è piccina picciò. Insomma, Maneskin batte McKinsey, di brutto. Quando una notizia scompare… (alla faccia delle critiche a Casalino).

Ora. Il ragionamento è perfino banale:

Il governo precedente è caduto (Renzi dixit) perché ipotizzava di fare un advisory board di manager (un tavolo di consulenti) per studiare e consigliare il governo sul Recovery Plan. Draghi annuncia ieri che coinvolgerà McKinsey, cioè un gruppo di consulenti. Naturalmente lo fa col solito schema, ben noto: “No, ma non faranno niente, è solo una piccola consulenza [così non serve la gara pubblica)”… poi, ovviamente, faranno l’advisory completa, magari in cambio di futuri accordi.

Quando aggredirono Giuseppe Conte lui disse “ma le decisioni saranno in capo a noi, l’advisory board ci aiuterà soltanto a capire” che è esattamente quel che ha detto ieri, con un comunicato, il governo. Stessa identica situazione, una vera e propria notizia. Ma nessun giornale ne parla.

Chiunque abbia rotto le scatole a Conte (e a Casalino), o non era del mestiere (comunicazione, ma anche la politica…) oppure era in totale malafede. Oggi, sui giornali, ce n’è la prova.
Ma è del tutto normale. Mettere un banchiere a capo di un Paese ha queste conseguenze. Come metterci un avvocato, per altro.

Non sanno come investire denari che qualunque politico, dotato di visione, ideologia, valori, orientamento alle realizzazione di un’idea di Paese, saprebbe come investire.
Ma è corretto! Non sono uomini delle istituzioni, sono solo tecnocrati, cioè gente adatta a affrontare un problema, poi un altro, e via così. Le loro regole sono efficacia e efficienza. Solo che gestire una comunità ha a che fare con un’idea, dell’uomo, della vita, della gente, di un mondo.

Ricordiamoci che queste sono le conseguenze, purtroppo, di quando qualche ignorantone diceva con orgoglio di essere “post-ideologico”. Una delle affermazioni più gravi dal 1992.

E così eccoci a ieri mattina. Con i giornali, ieri contrari a uno oggi favorevoli all’altro, che reagiscono in modo opposto allo stesso concetto: avvalersi dei consulenti tecnici per affrontare un problema politico, vorrei dire filosofico, culturale, ideologico.

Chiarisco per chi fa fatica: i consulenti tecnici vanno benissimo per decidere COME fare la cosa che vuoi fare. Ma decidere cosa vuoi fare nasce da una visione del mondo, da una impostazione che ha a che fare con le idee, il concetto di vita, i problemi della contemporaneità, il futuro. Nessun tecnico ti potrà mai indicare la Nuova Frontiera. Potrà al massimo dirti come arrivarci meglio.

E invece zero notizie sui giornali. Malafede: ieri si urlava, oggi si sussurra. Doppio trattamento a un episodio concettualmente identico. Colpisce questo? Ma no! Questo rivela solo la pochezza della nostra informazione, che o è distratta, o gioca a fare il quarto potere.

Quello che colpisce è che quei due (C, prima, ora D) erano quanto di meglio ci fosse. Perché di politici non ce n’è in giro neanche uno. E allora la domanda è più che legittima, dopo C, D… chi sarà E?