Cultura

Quattro mezze cartelle /33 – Fungo

“Quattro mezze cartelle”: ecco la proposta numero 33. Si tratta, lo ricordo, di inediti. Che vengono pubblicati con questa formula: 1) Incipit 2) Breve estratto 3) Ipotesi di copertina 4) Note biografiche con mail. In tutto, 4500 battute al massimo, spazi compresi. Le proposte vanno inviate (word o simili; no pdf, no foto) a 4mezzecartelle@gmail.com

Fungo, di Antonio Lucarini

Incipit

Ogni volta che sono costretto a cambiare casa, per me è un momento di sofferenza e di gioia, allo stesso tempo: è una specie di agonia felice. Ne allungo inevitabilmente i tempi (del trasloco). Vorrei che non avesse mai termine. Vorrei.

Mi dibatto fra la paura di perdere quello che ho conquistato e l’ebbrezza di trovare qualcosa di nuovo ed interessante: sì, nell’ebbrezza, mi perdo.

Ne ho fatti quattro, di traslochi, fino a questo punto della mia vita. Nei primi due mi sono fatto aiutare da due ditte specializzate. Erano la Sap Velox e La Trust Rapid: entrambe efficienti. Ambedue spazzate via dalla crisi. Negli ultimi due traslochi sono stato costretto a fare tutto da solo, per mancanza di soldi. Ormai stavo diventando indigente. Il denaro va e viene. Per il sottoscritto, si volatilizza e basta, o meglio è un lontano miraggio.

Traslocare è un esercizio fisico e dell’anima spossante. Il solo pensiero d’impacchettare oggetti, di riporli negli scatoloni, mi crea ansia, ma pure uno stato di segreto benessere. È come se prendessi atto dello sfacelo di tutte le cose, del fatto che prima o poi tutto ha termine, che ogni cosa è destinata al disfacimento fisico, a scomparire, ingoiata dal tempo.

Estratto scelto dall’autore

Da sei mesi la mia vita è cambiata… O meglio dovrei dire che è andata in pezzi, è stata polverizzata dagli eventi. Ho avuto una famiglia che non si occupava di me. Mio padre Giulio e mia madre Sandra erano ricchi e troppo impegnati a divorziare e a rimettersi insieme. Si lasciavano, si riprendevano. Si accoppiavano. Si dividevano, si riunivano. Si accoppiavano nell’acqua calda. Avevano un’agenzia pubblicitaria, la Low Impact. Li faceva guadagnare molto, probabilmente troppo. Godevano come dei ricci, per il benessere che l’attività scelta portava loro.

La gente comprava la merda che pubblicizzavano e loro bevevano vini pregiati. Gongolavano. Si beavano nel lusso. Si accoppiavano goduriosi. Anche con altri, ho scoperto da poco. Lo hanno fatto almeno sei volte, il giochetto di separarsi e rimettersi insieme.

Nel frattempo io sono vissuto come e dove capitava, anzi un punto fermo lo avevo eccome. Era mia sorella Carla, di venti anni più grande di me. Dall’età di quattordici anni, quando vivevo ancora a casa dai miei (si fa per dire: loro non c’erano mai, io deambulavo senza senso alcuno, nelle vie e nelle piazze, senza meta pure: papà e mamma si facevano i cazzi loro, in sostanza) s’è occupata di me. Rideva mia sorella, sempre. Era stata una vittima dei miei anche lei, ma aveva reagito alla grande. Aveva trovato un posto come ragioniera, si era sposata con un uomo ricco, si era riscattata alla grande, secondo un’ottica piccolo borghese.

In realtà era un vittima.

Si è sepolta volontariamente in una tomba lussuosa per continuare ad aiutarmi. I miei sono stati, con lei, ben più spietati che con me. Volevano che lavorasse per la Low Impact, che diventasse una creatrice di immagini fasulle per illudere la gente comune, per indirizzare i loro istinti di consumo. Si è sottratta.

Ipotesi di quarta di copertina

Fungo è la storia di Teo Vanoni, artista informale fallito. I suoi genitori, ricchi pubblicitari, lo lasciano senza una lira e la sua galleria d’arte fallisce miseramente. Si ritrova povero e abbandonato da tutti ad Ansia Adriatica, piccola città del centro Italia, ad accudire sua sorella Carla, ammalata di Alzheimer (funge, appunto da badante e da capro espiatorio), umiliato e deriso dal nipote e dal cognato, piccoli e schifosi imprenditori locali.

Si stordisce tracannando limoncelli ed entrando in sogni di lusso e sesso, in cui si accoppia con varie campionesse mondiali dello sport che si puniscono andando con lui. Avrà il suo riscatto economico e morale facendo iniezioni in nero ad anziani afflitti da varie infezioni e morbi, rinunciando a portare a termine un suo assurdo progetto eversivo, che lo vedrà fare sesso e bruciare gli appartamenti in affitto di ricchi possidenti locali, ovvero quelli dove aveva abitato.

Diventerà il più borghese e spietato degli esseri umani.

Note sull’autore

Antonio Lucarini è un autore/attore/regista di teatro, oltre che un filmmaker di Jesi, nelle Marche. Ha esordito con un romanzo cupo, tragicomico e caustico nel 2017, Strana Rana (Le Mezzelane Editore) e ha pubblicato i primi due romanzi thriller, di una serie di otto: Pioggia e Croce e delizia (Le Mezzelane Editore), scritti assieme a Rita Angelelli nel 2018.

Fungo è il suo terzo romanzo, irriverente, feroce, surreale e ironico. È totalmente inedito. È una sorta di Fight Club italiano, ma con momenti di comicità isterica disturbante.

È un romanzo sulla fine delle relazioni umane, sulla fine dell’arte e di ogni cosa. È un libro ironico sull’apocalisse del presente, sulla catastrofe dell’umanità già in atto.

antonio.lucarini60@gmail.com