Politica

Sono un ragazzo di diciotto anni e a Giuseppe Conte voglio dire grazie

di Gabriele Cela

Sono un ragazzo di 18 anni, cittadino italiano e futuro elettore, con una grande passione per la politica. Avverto il dovere morale di esprimere la mia delusione e disillusione rispetto all’ars politica che ci è stata tramandata da illustri predecessori: alcuni “personaggi” e alcune trame di palazzo mi hanno ricordato i protagonisti delle telenovelas, le cui vicende appassionavano tanto le mie bisnonne, ma soprattutto, erano storie in cui non si leggeva mai la parola fine. Invece forse – mi permetto di suggerire ai diretti interessati – è davvero il momento di scrivere la parola fine sulla storia politica italiana delle poltrone, sulla politica degli scoop, dei colpi di scena, come se la pandemia non ci fosse, come se la crisi economica non fosse un problema.

Come se lo Stato non fossero migliaia di cittadini, ma pochi eletti incapaci di guardare al di là del loro naso e di comprendere che in matematica non esistono solo le quattro operazioni fondamentali per addizionare e moltiplicare le proprie poltrone, dimezzando e dividendo quelle degli altri, ma la matematica serve anche per redigere un bilancio e calcolare lo spread, questo illustre sconosciuto, il cui aumento, a causa della crisi di governo, è stato caricato sulle spalle degli italiani, oltre a tutto il resto.

Non è bello agire come uccelli predatori, nel tentativo di appropriarsi di denaro pubblico, che, se arriverà in Italia, sarà solo per merito di altri.

La mia speranza è in chi non vive di questa politica becera, in chi è lontano dai palazzi del potere e per questo sento ancora più forte il dovere di dire grazie al Presidente del Consiglio uscente.

Grazie per aver smascherato una certa politica, che è quasi vergognoso definire con questo termine, perché la politica dovrebbe essere alta, nobile, corretta, super partes e invece alcuni “professionisti” della politica l’hanno appiattita verso il basso, resa ignobile, scorretta, ad uso e consumo di pochi privilegiati. Lei ha saputo volare alto, senza farsi infangare e imbrigliare nei giochi di potere di chi non meriterebbe di rivestire pubblici uffici, perché non ha ben chiaro il limite tra il nobile interesse pubblico e il meschino interesse privato.

Grazie, per non aver ceduto alla politica del ricatto, del tornaconto personale, dell’inciucio di palazzo. Grazie per aver servito il suo paese con onore, per la sua competenza e correttezza, la sua eleganza e la sua compostezza di fronte ai soliti noti della politica che ancora hanno il coraggio di presentare la loro faccia in tutte le testate televisive, pur di avere visibilità e qualche briciola di tempo per continuare ad offendere l’intelligenza degli italiani.

Grazie, perché ha saputo condurre il governo del Paese nel momento, forse, più difficile della Repubblica, con coraggio e decisione. Siamo stati un modello di riferimento per altri paesi, un esempio da seguire nella lotta contro un virus insidioso che ci ha colti di sorpresa. Eravamo quasi fuori dall’emergenza sanitaria, questo grazie a lei e ai suoi ministri.

Non avremmo mai immaginato che la fantascienza politica avrebbe partorito un virus geneticamente modificato ancora più insidioso, programmato per attaccare e distruggere il suo governo. Grazie per aver riabilitato l’Italia in Europa e nel mondo, dopo alcuni governi e personaggi che l’avevano resa lo zimbello degli altri Stati, per le vittorie riportate in nome e per conto degli italiani dopo estenuanti trattative, per aver saputo gestire, nei limiti delle disponibilità economiche, un’emergenza nell’emergenza. Per tutto e per tanto altro ancora le dico grazie.

E nel ringraziare, le chiedo di non mollare. L’Italia avrà ancora bisogno di lei!