Lobby

Bonomi (Confindustria): “Per il bene del Paese Gualtieri va confermato”. Ma su Conte: “Non facciamo scelte di persone, stiamo sui temi”

Il numero uno di viale dell'Astronomia attribuisce al titolare del Tesoro e alla sua "credibilità in Europa" il merito di "quel che portiamo a casa con il Recovery Fund". Anche se l'intesa sui 209 miliardi è stata siglata dal presidente del Consiglio dimissionario. Sul quale non sottoscrive il giudizio del numero uno di Confindustria Lombardia ("si trovi un'occupazione") ma dice che "il rapporto con lui non ha dato sostanza a misure per il Paese". Italia viva intanto chiede "netta discontinuità su economia e giustizia"

“Per il bene del Paese alcune persone del governo devono restare e faccio riferimento al ministro dell’Economia“. Roberto Gualtieri incassa il sostegno del numero uno di Confindustria Carlo Bonomi, che parlando della crisi di governo a In mezz’ora in più su Raitre ha attribuito a lui e alla sua “credibilità in Europa” il merito di “quel che portiamo a casa con il Recovery Fund“. Anche se l‘intesa dello scorso luglio sui 209 miliardi è stata siglata dal presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte. Riguardo al premier, comunque, Bonomi ha smussato il giudizio durissimo arrivato sabato dal presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti secondo il quale deve “cercare una nuova occupazione”. Parole frutto di un’interpretazione “molto sanguigna” e pronunciate “in rappresentanza del suo settore, quello dell’automotive” che quest’anno ha registrato un forte calo della produzione.

Il numero uno di viale dell’Astronomia ha voluto precisare che “Confindustria non fa scelte di persone o partiti” – con l’eccezione di Gualtieri, dunque – e “sta sui temi“, anche se ovviamente “sono importanti le caratteristiche del governo: deve essere serio, perché in un momento così serio non possiamo essere appesi a personalismi, autorevole, perché abbiamo bisogno di riforme, competente e capace di un’azione efficace“.

Bonomi ha incontrato Conte una settimana fa per parlare del Recovery plan presentando solo osservazioni di metodo ma subito dopo ha lamentato di non aver mai ottenuto riscontri sul piano 2030-2050 presentato all’Assemblea generale, quello che tra l’altro auspicava procedure di licenziamento più semplici. “Il governo si era arroccato su se stesso”, ha affermato dalla Annunziata. “Nel nuovo governo vorremmo ascolto, ma vero. Ho sentito recentemente il premier, abbiamo un ottimo rapporto ma non si è trasformato in un rapporto che ha dato sostanza a misure per il Paese. Anche il ministro Patuanelli ci ha riconosciuto che non siamo andati a chiedere una fettina di miliardi ma ci siamo concentrati sulla metodologia”.

Con Gualtieri invece “su molti argomenti non siamo stati d’accordo, ma questo fa parte della dialettica. Abbiamo un tema di emergenza economica che non dobbiamo dimenticare, abbiamo bisogno di stabilità. Non possiamo permetterci un cambio”. Sul ministero dell’Economia, così come sulla Giustizia, continua però la battaglia: Matteo Renzi vorrebbe la sostituzione dei titolari dimissionari. Oggi, intervistato dal Corriere, non conferma né smentisce limitandosi a ripetere: “Via Gualtieri e Bonafede? Il problema non è un singolo ministro. Prima decidiamo cosa fare, poi una volta che ci saremo accordati sul cosa fare sceglieremo le persone migliori“. Ma dopo l’uscita di Bonomi la senatrice di Italia viva Donatella Conzatti su Twitter invoca “netta discontinuità su economia e giustizia” aggiungendo che “è tempo di un accordo sui contenuti per portare l’Italia fuori dai problemi”.