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Vaccini, la Svezia sospende i pagamenti a Pfizer: vuole chiarezza sulle dosi pagate. E le mascherine “polarizzano” i cittadini

Le autorità sanitarie indignate calla confusione sulla questione delle sei dosi estraibili da ogni fiala (anziché cinque). Intanto anche nel Paese è stata riscontrata la variante inglese. E la ministra degli Esteri avverte: non aspettatevi di poter viaggiare liberamente a Pasqua

“Non ti pago”. Niente fatture saldate alla Pfizer, non da parte della Svezia, almeno fino a quando non sarà fatta chiarezza sul numero di dosi addebitate. La vicenda riguarda la già nota questione del numero di inoculazioni estraibili da ogni fiala. In prima battuta si è ritenuto fosse possibile estrarne cinque, mentre successivamente è stato annunciato che, con un ago di siringa delle dimensioni adatte, le dosi avrebbero potuto arrivare e sei per fiala. E per questa quantità la Pfizer esige essere pagata, sostenendo che avrebbe deciso tutto l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, che a sua volta ha agito senza il fondamentale assenso della Commissione Europea.

Anche per l’epidemiologo di Stato Anders Tegnell, l’Agenzia Svedese per la Salute Pubblica (FHM) non deve pagare per i vaccini anti covid19 ricevuti, fino a quando l’Ue e la casa farmaceutica non avranno chiarito quale sia il numero di dosi fatturate da contratto. A rincarare lo sdegno per l’accaduto, il coordinatore del piano vaccinale Richard Bergström: “È inaccettabile – dice -. Se un paese ha l’opportunità di ricevere solo cinque dosi, ha ricevuto meno dosi per lo stesso prezzo. E senza l’ago giusto, non tutti saranno in grado di estrarre la sesta dose, anche se l’hanno pagata”. Il riferimento è alle regioni Kronoberg, Värmland e Gotland che non disporrebbero del giusto tipo di attrezzatura per assimilare l’ultima dose. Le dichiarazioni dei vertici, raccolte dal maggiore quotidiano nazionale svedese, il Dagens Nyheter, e riprese da tutti gli altri media, costituiscono solo l’ultimo affondo nei confronti della Pfizer, già fortemente criticata per il ritardo nella consegna delle fiale in Europa.

La Svezia intanto trema di fronte all’annuncio dato dall’Agenzia Svedese per la Salute Pubblica, durante al consueta conferenza stampa (di ieri, 26 gennaio) Nel Paese sono stati rilevati 96 casi della variante inglese del virus. I decessi da coronavirus sono 11.247, i casi accertati 556.289. Dallo scorso venerdì sono stati registrati 242 nuovi decessi e 9.123 nuovi contagi. Per quanto invece riguarda i vaccini, sono 342.300 le dosi consegnate, 192.700, secondo i dati forniti dalla Fhm, quelle somministrate, pari a 1,89 vaccinati ogni 100 abitanti. Per effettuare le vaccinazioni sarà presto allestita anche la Sala Blu del municipio di Stoccolma, famosa per i festeggiamenti del Nobel, che quest’anno sono saltati.

La Svezia, che si è sempre astenuta da restrizioni sul singolo disposte per legge, ha dovuto prendere provvedimenti contro la diffusione del virus. Con una legge temporanea per combattere la pandemia, entrata in vigore il 10 gennaio, ha conferito poteri straordinari al governo, mettendolo nella condizione di poter disporre chiusure e restrizioni ad ogni potenziale assembramento. Il limite più duro però, a tutt’oggi riguarda la somministrazione di alcolici da parte dei locali, limitata alle 22, e il numero massimo di 4 persone a tavolo, il che ha già messo in ginocchio il settore della ristorazione. Le mascherine sono richieste nei mezzi pubblici. Moltissimi però quanti si astengono dall’uso della protezione, moltissimi anche quanti, al contrario, la usano ovunque, anche in luoghi aperti. L’attenzione da parte dei cittadini o è totale, o non c’è proprio, come dimostra la foto scattata in una nota località sciistica, appena la settimana scorsa.

“Siamo scesi a livelli molto più bassi rispetto ai periodi peggiori – dice Tegnell -. Tuttavia c’è ancora una diffusione generale dell’infezione ed è quindi importante continuare a seguire le raccomandazioni e lavorare a casa il più possibile”. Tre i casi di variante del virus dal Sudafrica trovate in Svezia, e dei 96 casi di variante britannica, 64 sono ricollegabili ad un viaggio. Anche per questo la ministra degli Esteri svedese, Ann Linde, ha anticipato ai cittadini di non aspettarsi di poter viaggiare liberamente a Pasqua. La Svezia ha infatti esteso la misura con cui consiglia di evitare viaggi inutili in Paesi al di fuori dell’Unione europea e dell’area Schengen. “La nostra valutazione è che ci sarà incertezza per diversi mesi a livello globale – ha detto, ricordando anche che viaggiare all’interno dell’Ue non è “in alcun modo privo di rischi” sebbene non sia sconsigliato.