Scienza

Vaccini, Moderna: “Il nostro è efficace contro varianti inglese e sudafricana”. Galli: “Più ci sono ritardi e più c’è rischio di averne nuove”

L'azienda statunitense annuncia che testerà anche una terza dose di richiamo per migliorare la risposta immunitaria contro le varianti. Intanto la consegna delle dosi procede tra le incertezze. Il consulente del ministero della Salute Ricciardi avverte: "Serve zona rossa di un mese per tutte le Regioni". Sulla stessa linea anche il primario dell'ospedale Sacco: "Il rischio di importazione del virus è forte, mantenere le restrizioni"

Nel resto d’Europa e nel mondo le nuove varianti del coronavirus costringono i Paesi a imporre nuovi lockdown, mentre in Italia la settimana appena conclusa ha segnato un rallentamento nel trend dei contagi. Ma, con le consegne dei vaccini che procedono tra le incertezze e la campagna di immunizzazione degli over 80 – la fascia più a rischio – che è stata posticipata, è necessario mantenere forti restrizioni. È il monito che arriva contemporaneamente dal consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, Walter Ricciardi, e dal primario dell’ospedale Sacco, il professor Massimo Galli. Le varianti, spiega Ricciardi, “sono un pericolo” e serve una zona rossa in tutte le Regioni “per quattro settimane”. “Il rischio di importazione del virus è forte, e più si allungano i tempi della vaccinazione più aumentano le possibilità di avere nuove varianti”, afferma Galli. In questo senso, da Moderna arriva una buona notizia: il suo vaccino è efficace anche contro le varianti del Regno Unito e sudafricana, come spiega in una nota. L’azienda statunitense ha annunciato anche che testerà una dose aggiuntiva di richiamo del suo vaccino per studiare la capacità di aumentare ulteriormente la risposta immunitaria contro le varianti. In totale quindi le dosi da utilizzare, una volta conclusa questa sperimentazione, diventerebbero tre. “Mentre cerchiamo di sconfiggere il virus che ha causato la pandemia, crediamo che sia fondamentale essere proattivi mentre il virus si evolve”, ha dichiarato Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna.

L’Italia ha dovuto posticipare di un mese il via alle somministrazioni per i più anziani per colpa dei ritardi nelle consegne da parte di Pfizer: Roma è pronta ad azioni legali, ma stando ai termini del contratto firmato dall’Ue con le case farmaceutiche – rivelato dal Corriere della Sera – possono essere contestate solo eventuali inadempienze sulle forniture trimestrali (e le penali non scattano nemmeno in automatico). La speranza, quindi, è che dopo il rallentamento dei giorni scorsi Pfizer aumenti il ritmo di produzione. “Credo che il problema nelle prossime ore sarà completamente superato“, promette il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, intervenendo a 24Mattino su Radio 24. “La stessa Pfizer – sottolinea – ha dichiarato che già dal primo febbraio si tornerà alla normalità e poi vi sarà anche un recupero delle dosi mancanti”. Restano però i problemi già preannunciati da AstraZeneca, l’altra multinazionale che tra pochi giorni dovrebbe ricevere il via libera dall’Ema alla produzione del suo vaccino. Per Ricciardi però, il vero nodo è “farci trovare pronti quando avremo un numero sufficiente di dosi” per la vaccinazione di massa. Intervistato dal Messaggero, il consulente del ministro della Salute sostiene: “Serve per un mese che tutte le Regioni siano in fascia rossa. Un lockdown vero – aggiunge – altrimenti ci troveremo nella situazione drammatica che ora stanno vivendo Spagna e Portogallo“.

“Il sistema dei colori delle Regioni rallenta la curva epidemiologica, la tiene sotto controllo”, dice ancora Ricciardi, “un’inversione di tendenza può avvenire solo con misure più energiche”. Restrizioni dure che a suo avviso sono necessarie “alla luce delle varianti che stanno arrivando che sono più contagiose, a partire da quella inglese che sostituirà quella attuale. Secondo i colleghi britannici è anche più letale“. “Basta guardare all’estero per capire che non c’è da stare tranquilli”, ripete anche Massimo Galli a La Stampa. “Senza vaccini siamo esposti a un contagio che galoppa e varia in tutta Europa. Si devono mantenere le restrizioni fino a che non si sarà sicuri di essere usciti dalla tempesta. Ogni minima debolezza potrebbe costarci una terza ondata” di Covid-19, avverte il professore ordinario di Malattie infettive all’università Statale di Milano.

Galli suggerisce che i guariti dal Covid “potrebbero aspettare qualche mese” per ricevere il vaccino, visto che la priorità è “proteggere entro l’estate le fasce più a rischio di sviluppare la forma grave della malattia”. In questo, lo stesso viceministro Sileri sottolinea che al momento “sono 110mila gli anziani over 80 vaccinati: un numero che è una goccia nel mare“. “Se guardiamo al numero di dosi somministrate – spiega Sileri – siamo a quasi 1 milione e 400mila. Dobbiamo ancora fare la seconda dose a tutto il personale sanitario, e per completare questo milione e 400mila ci troveremo a 21 giorni da oggi: siamo arrivati a fine febbraio. I soggetti anziani sopra gli 80 anni sono 4 milioni e mezzo, quindi anche proseguendo come abbiamo fatto finora e aggiungendo le dosi di Moderna, per vaccinare 4,5 milioni di anziani su larga scala arriveremo a marzo“, conclude Sileri.