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Quelli che cambiano idea…la retromarcia della Svizzera. Inasprimento di provvedimenti per “tamponare” il coronavirus

Da oggi ristoranti e luoghi d’assembramento in lockdown fino al 22 gennaio

Mentre si marcia, testa bassa e maschera incollata sulla faccia, la Svizzera calvinista che fin dall’inizio, anche in piena pandemia da prima ondata, aveva mantenuto una posizione neutrale (non obbligando né mascherine, né lockdown) adesso rivede la sue posizioni di “apertura”.
Sembra una corsa al traguardo all’incontrario.

La Svizzera scende dalla 50esima posizione alla 38esima nella classifica mondiale secondo la piattaforma di Worldometers: 418,991 contagi dall’inizio della pandemia e 6.864 morti ma il dato più allarmante sono quei 10.002 nuovi casi di contagio registrati nelle ultime ore. E oggi ancora cinquemila in più. La Svizzera è tra i paesi più contagiati rispetto al numero di abitanti.

Non si era mai visto il Paese così diviso sull’emergenza globale. In un primo momento la Svizzera sperando di salvare la stagione sciistica/natalizia aveva annunciato che avrebbe lasciato aperto i suoi impianti. Poi mentre aumentavano i casi con le capacità di ricettività in terapia intensiva praticamente esaurite, ecco il dietrofront della maggior parte dei cantoni che prontamente chiudono gli impianti. Restano aperti solo quelli nel Vallese, nel Bernese e nel cantone di Vaud, sempre nel rispetto del distanziamento sociale. Ma da oggi sono sbarrati tutti lounge after ski con musica spaccatimpani.

Sempre da oggi chiusi ristoranti e tutti i luoghi d’assembramento. Fino al 22 gennaio. I gestori sono incavolatissimi, ma nessuno si sogna di rivoltarsi contro il governo federale. Si ubbidisce e basta. Senso civico e rispetto delle regole prima di tutto.

Gli alberghi sono aperti ma ristoranti, spa e bar sono riservati solo agli ospiti dell’hotel che si fanno una vacanza, questo sì, ma da ghetto felice.
La quarantena per chi viene dall’Italia ( zona rossa/arancioni/gialla fa poca differenza) sarebbe obbligatoria, ma i controlli sono scarsi. Chi scrive ha superato la frontiera del Gran San Bernardo il 20 dicembre senza alcun controllo neanche del passaporto. Ma a partire dal 4 gennaio, inizierà in tutto il Paese la vaccinazione dei gruppi a rischio e di altri gruppi prioritari. Lo ha annunciato il Consiglio Federale che invece vieta tassativamente l’entrata a chi proviene dal Regno Unito e dal Sudafrica. Natale e Capodanno anche ad alta quota sarà sobrio e fra pochi intimi.